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Altri documentiProv. di Brindisi
Il castelloIl castello di Oria fu costruito dall'imperatore Federico II di Svevia allo scopo di dotare la Puglia di un sistema difensivo adatto a proteggerla dalle continue incursioni di pirati e saraceni. La costruzione del castello si inseriva nel più ampio piano di fortificazione della regione. Contemporaneamente furono, infatti, costruiti i castelli di Brindisi e di Castel del Monte, solo per citarne alcuni. Il castello sorge sul più alto dei colli della città, costituiti da antiche e permeabili dune fossili. Su questo colle, in origine, sorgeva l'antica Acropoli messapica, della quale, già nel 1200 rimaneva ben poco. Tuttavia le mura degli antichi edifici dovevano essere ancora ben solide, visto che le stesse mura del castello, per alcuni tratti, ne usano le stesse fondamenta, come rilevato da Cosimo De Giorgi che le descrisse nei suoi bozzetti. Il fortilizio svevo ha la forma di un triangolo isoscele, con il vertice orientato a nord e la base a sud, da cui si domina la campagna di quest'angolo di terra d'Otranto. I vertici meridionali culminano in due alte torri di forma cilindrica (la Torre del Salto e la Torre del Cavaliere), mentre nel vertice nord sorge un grande torrione quadrangolare, chiamato "Torre dello Sperone". Il muro meridionale del castello è ciò che resta dell'antica cattedrale che, intorno al Mille, aveva preso, in parte, il posto degli antichi edifici messapici. Come poc'anzi anticipato, nel giugno del 1880 Cosimo De Giorgi visitò il castello di Oria, a quell'epoca proprietà dello stato sotto la tutela del comune. Trovò un monumento abbandonato a se stesso. Una delle due torri circolari era stata di recente troncata da un uragano ed il ballatoio che le congiungeva era crollato. La piazza d'armi interna, capace un tempo di accogliere ben 5.000 uomini, era stata trasformata in giardino, per lo più incolto, mentre l'interno della costruzione era accessibile con grande difficoltà. La torre più alta, fortunosamente sopravvissuta all'incuria del tempo e degli uomini, permise allo studioso salentino di salire sino in cima e di commentarci l'incredibile panorama di quella, ormai lontana, giornata di giugno del 1880. Dall'alto dei quasi 25 metri della torre che diventavano, grazie alla collina, quasi duecento sul livello del mare, era possibile scorgere addirittura la sommità del campanile del duomo di Lecce. Lo stato di incuria perdurò per altri 50 anni dopo la visita del De Giorgi. Per fortuna, nel 1933, la famiglia Martini-Carissimo ottenne dal comune la proprietà del castello, in permuta con il palazzo di proprietà nel centro storico, che divenne, a sua volta, la nuova sede comunale. Da allora, grandi lavori di restauro furono condotti sulla costruzione che, oggi, è in ottime condizioni. Il maniero, divenuto monumento nazionale, è visitabile e sede museale.Articolo a cura di Pasquale Franco MeragliaDocumento creato il 18/10/2004 (17:37)Ultima modifica del 03/03/2011 (13:32) Area di StampaUltimi aggiornamenti...Fotorassegne |
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