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05/02/2006 Trekking al Monte di OstuniPer chi è appassionato al Salento ed al suo territorio, la domenica, spesso, è sinonimo di scampagnata o, volendo usare un termine alla moda, di trekking. Oggi, domenica 5 Febbraio 2006, l'appuntamento è con Avanguardie, azienda specializzata in questo tipo di escursioni, per un percorso di circa 10 Km nella campagna a nord di Ostuni, in provincia di Brindisi. Il parcheggio del Foro Boario a Lecce (il grande spiazzo prima di imboccare la superstrada per Brindisi) è il punto d'incontro, lasciato il quale ci si recherà alla Masseria Rialbo di sotto, posta nella omonima contrada a nord-ovest della cittadina di Ostuni. Questi luoghi, oggi campagne ricche di olivi secolari dai fusti contorti, sono state popolate da migliaia di anni prima della nascita di Cristo. Ostuni è posta sulle propaggini meridionali delle Murge, che, carsiche e sassose, nascondono, spesso, antri e caverne. Proprio in una di queste furono scoperti i resti di una donna vissuta oltre 25.000 anni fa, attualmente conservati in un museo cittadino. Il percorsoIl percorso di oggi prevede la visita al santuario di San Biagio, dopo aver attraversato gli oliveti e le macchie del colle di Sant'Oronzo. Il percorso, inizialmente, non è difficile e permette di volgere lo sguardo alla campagna circostante; agli olivi si alternano alcune rare querce da sughero, quasi del tutto introvabili nel resto del Salento ma che qui fanno bella mostra di sé, insieme a qualche enorme carrubo. Quasi due chilometri e giunge il momento di lasciare il tratturo per salire sul colle di Sant'Oronzo, alla volta dell'antica chiesetta. Qui il percorso si complica, inerpicandosi sulla collina, tra i fitti cespugli della macchia mediterranea; il percorso è stretto, antico. Probabilmente, è lo stesso che seguivano gli antichi monaci, prima di giungere all'antica laura Basiliana. Il santuario di San BiagioI monaci Basiliani ebbero grande impatto sulla cultura e la società del Salento dei secoli a cavallo dell'anno Mille. Rifugiatisi in Italia per sfuggire la persecuzione dell'imperatore d'Oriente Leone III Isaurico, portarono qui, nel Salento, il rito greco. Abitarono, spesso, in caverne e grotte alle quali, in seguito, furono aggiunte le opportune costruzioni. E' proprio questo il caso della chiesetta di San Biagio. In origine, probabilmente, era poco più di una grotta, una come le tante che si aprono sul costone roccioso della collina, nascoste dalla folta vegetazione di macchia mediterranea. In seguito l'ambiente fu rimaneggiato: alla grotta principale fu aggiunta la chiesetta, con il classico orientamento est-ovest. La chiesta è addossata alla collina rocciosa ed alla grotta principale; una piccola apertura, posta a sinistra dell'ingresso, conduce in una seconda grotta al cui centro è possibile vedere una piccola vasca circolare. Un cortile all'esterno della chiesetta fa da cornice agli ingressi di due piccole celle, probabili dimore degli antichi monaci. Alla chiesetta, caratterizzata dalla tipica volta a botte e da una bifora che sovrasta l'ingresso principale, fu aggiunto, nel 1768, un altare in tipico stile barocco, sormontato dalla statua di San Biagio. La caverna e la chiesetta doveva essere, un tempo, ricoperta di affreschi e figure; purtroppo, mani anonime hanno provveduto ad una solerte imbiancatura che, con il desiderio di ripulire le pareti, le ha anche private di quanto rimaneva di quell'antico passato. Documento creato il 29/10/2006 (18:36)Ultima modifica del 29/10/2006 (18:36)
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