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Dopo anni di abbandono la chiesa, intitolata ufficialmente alla madonna di Costantinopoli e chiamata, convenzionalmente, Santa Maria Nova o dei Diavoli a Tricase, torna ad essere fruibile, grazie ai fondi comunitari e un attento restauro durato 3 anni. Da leggere...ultimi eventiFotorassegneUltimi aggiornamenti...
Tricase tra leggende e superstizioniIl Salento è un luogo magico e questo è risaputo; tuttavia, uno dei luoghi in cui maggiormente leggende e superstizioni prendono vita è la chiesa dei Diavoli nel territorio di Tricase. Dopo anni di abbandono la chiesa, intitolata ufficialmente alla madonna di Costantinopoli e chiamata, convenzionalmente, Santa Maria Nova, torna ad essere fruibile, grazie ai fondi comunitari e un attento restauro durato 3 anni. Poco purtroppo resta della struttura originale, asportati dai vandali durante lunghi anni di abbandono; all'interno restano solo parte dell'altare principale, una targa in pietra con una dedica in latino e i particolati capitelli posti in alto ad ogni angolo per delineare maggiormente la volta e la particolare forma ottagonale. Si, perché questa chiesetta di campagna ha una inconsueta forma a ottagono, che viene ripresa, per chi non se ne accorgesse guardandola, anche in un disegno fatto con i basoli sul piccolo sagrato. La chiesa fu costruita nel 1685 per volere del marchese Jacopo Francesco Arborio Gattinara, sui resti di una chiesa più antica, molto probabilmente bizantina; sorge su un'altura del territorio, una sorta di banco roccioso, che è stato “spianato” per realizzare le fondamenta della costruzione. Dapprima fu dedicata infatti alla Madonna di Costantinopoli; successivamente, per la sua forma inusuale, fu dato il nome di Chiesa Nova e, con il passare del tempo, in seguito a fatti misteriosi che legavano i feudatari del luogo, che si dice possedevano un favoloso “Libro del Comando”, con cui potevano dare ordini al Maligno, gli fu attribuito il nome di “Chiesa dei Diavoli”. Narra, infatti, la leggenda che i feudatari chiesero al diavolo di costruire la chiesa; questi la edificò in una sola notte e , contemporaneamente, si obbligò a donar loro un forziere pieno di monete d'oro se avessero dato da mangiare ad un caprone un'ostia consacrata. Il feudatario, però si rifiutò, rinunciando al forziere ed al “premio” in denaro. Il rifiuto fece montare su tutte le furie il diavolo che tramutò l'oro in rame e scaraventò le campane della chiesa in mare, nel canale del Rio, dove ancora oggi, nei giorni di tempesta, si dice se ne sentano i rintocchi. Non si sa con certezza quando la leggenda ha preso vita; certo è che la gente del posto è sempre stata terrorizzata dal feudatario e dallo stesso luogo, tanto che, ancora oggi, la gente parla di una presenza nefasta che si aggira nella notte per queste contrade. La “malumbria” ed i racconti che la riguardano, però, non hanno tenuto lontani i cercatori di tesori che, con zappe e picconi, hanno distrutto pavimento, altari e suppellettili in cerca di un improbabile forziere. La chiesa fu utilizzata come luogo di culto per molti anni fino al 1878, anno in cui fu interdetta al culto dal vescovo del tempo Maselli. Per l'inaugurazione è stata realizzata una particolare coreografia curata dal regista tricasino Edoardo Winspeare: voci narranti, musica suggestiva e racconti hanno dato vita ad un evento fuori dall'ordinario. Documento creato il 17/03/2013 (10:21)Ultima modifica del 17/03/2013 (10:37) Area di StampaFortune Cookie...Le cause le vince chi non le fa |
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