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Perché Japigia?

Perché?

Potremmo raccontare tante storie sul perché si è scelto questo nome per il sito Internet di una Azienda che crea siti, portali e software. Potremmo anche cercare di spiegare perché gran parte del sito è dedicato alla nostra Terra e non hai nostri servizi.

Inutile negarlo: la molla che ci spinge a realizzare e a aggiornare questo sito è una sola: la passione per questa Terra, dimenticata da molti e la consapevolezza di tremila anni di storia!

Un po' di mitologia

Chi non ricorda la bella storia, studiata a scuola, del fantastico Labirinto di Cnosso, la capitale dell'antica Creta e del suo sfortunato costruttore, Dedalo?

Narra la leggenda che il Labirinto di Cnosso fu costruito per ospitare Minotauro, il mostruoso figlio del re cretese Minosse. Un'infinità di stanze, corridoi e trabocchetti rendeva impossibile al visitatore ritrovare la via d'uscita: il "buon" re pensò che il modo migliore per conservare integri i segreti del palazzo fosse rinchiuderci dentro anche il suo progettista, affinché non potesse rivelarli ad alcuno.

L'eletto carcerato, però non fu chiuso solo, ma in compagnia del proprio figlio: Icaro.

A questo punto, la leggenda prosegue raccontando l'incredibile fuga dei due che partirono, volando, dal palazzo usando, come ali, degli ordigni costruiti da Dedalo. Purtroppo, il volo si concluse tragicamente per Icaro che lasciò Dedalo, apparentemente, senza figli.

Fin qui ciò che viene raccontato a scuola: non viene, però, detto che il progettista Cretese aveva anche un altro figlio: Jàpige. Costui, alla morte del despota Minosse, guidò il popolo cretese alla volta delle coste italiane, stabilendosi nei pressi di Taranto. Coloro che lo seguirono furono identificati, in quei tempi lontani, con il nome di Jàpigi ed il territorio da essi occupato, corrispondente, grosso modo, alle attuali province di Taranto, Brindisi e Lecce, divenne la Japìgia. In quel tempo mancavano poco più di dieci secoli alla nascita di Gesù Cristo.

Dai Cretesi agli Illiri

Purtroppo, la sfortuna volle che gli Japìgi arrivassero qui poco prima di un altro popolo appartenente al mondo greco e proveniente dall'Illiria, le cui vestigia la storia ha portato a noi in modo più netto: i Messapi.

I due popoli, ben presto, si fusero e, pur diffondendosi in gran parte della Puglia meridionale, abbandonarono il territorio Tarantino, che divenne parte integrante della Magna Grecia... Ma questa è tutta un'altra storia.

Di quell'antico popolo è rimasto il nome di un vento, lo Jàpige. Il suo nome è ricordato da Orazio nella cronaca del suo viaggio da Brindisi alla Grecia; il vento, soffiando da Nord Ovest, spinge i navigatori salentini verso le sponde elleniche.

E, giusto per concludere, forse, in pochi sapranno che, qui nel Salento, esiste il "Promontorio Japìgio" corrispondente a ciò che, oggi, si chiama... Capo di Leuca!

Documento creato il 09/07/2002 (01:02)
Ultima modifica del 09/07/2002 (01:02)

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