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Storia di Terra d'Otranto

La Storia

Andrano. il CastelloIl toponimo Terra d'Otranto fu attribuito intorno al XI secolo in epoca normanna e comprendeva le terre che si estendevano da Santa Maria di Leuca fino a nord di Lecce.

Nei secoli numerose furono le vicissitudini che questa terra e i suoi abitanti dovette affrontare; iniziamo la storia:

Nel VII secolo d.C. le terre a Sud e a Nord di Lecce appartenevano ai Bizantini; le altre erano sotto il dominio dei Longobardi.

Nel IX secolo in questi luoghi iniziarono le continue incursioni arabe;

Nel XI secolo la Terra d'Otranto fu conquistata dai Normanni che la dominarono fino alla prima metà del XIII secolo;

La seconda metà del XIII secolo fu caratterizzata dalla dominazione Angioina. In questo periodo, la Terra d'Otranto, entrò a far parte del Regno di Napoli passando sotto il dominio degli Aragonesi (XV secolo) infine nel XVI secolo passò sotto la dominazione spagnola. In questo periodo aumentano sensibilmente le scorrerie turche che determinarono la costruzione delle numerose torri costiere a difesa del territorio.

Tra il 1713 e il 1738 le vicissitudini furono le stesse per tutta l'Italia, il Regno di Napoli passò sotto la dominazione austriaca;

Dal 1738 al 1806 il Regno di Napoli fu sotto il dominio dei Borboni;

Nel 1806, anno in cui fu abolita la feudalità, il trono del Regno di Napoli fu assegnato a Giuseppe Bonaparte e, nel 1808, a Gioacchino Murat.

Nel 1818 la Terra d'Otranto passò nuovamente ai Borboni e divenne provincia del Regno delle due Sicilie.

Il Risorgimento

Il Risorgimento e l'Unità d'Italia fu vissuto dalla Terra d'Otranto sotto la stretta sorveglianza dei Borboni che riuscirono a stroncare qualsiasi accenno di ribellione, arrestando chiunque fosse sospettato di attività patriottiche.

Purtroppo, con il nuovo governo sotto la monarchia Sabauda le cose non migliorarono per la nostra Regione ed il divario, già esistente tra il Nord e il Sud finì con l'accentuarsi ancora di più; i nuovi governanti, infatti, introdussero nuove tasse, vendettero le terre demaniali, che finirono nelle mani dei pochi ricchi, dando nuova vita al fenomeno del "latifondo".

Savoia e Briganti

Lo scontento si diffuse ancora di più che in passato: in buona sostanza la Terra d'Otranto (e, con essa, tutto il resto del Meridione) furono trattati, dal nuovo governo Sabaudo, più come terre di conquista, una colonia, che come parte integrante del nascente Regno d'Italia.

Dovunque cominciarono a formarsi gruppi armati, persone che cercavano di ribellarsi al nuovo, incapace, governo; seppur privi di carattere "politico", questi gruppi volevano, con la ribellione armata, contrastare se non il "piemontese" invasore, almeno la fame e la miseria.

Il fenomeno, passato alla storia con il termine "brigantaggio", si diffuse rapidamente in quello che era stato il regno delle due Sicilie, sobillato, spesso, dagli stessi Borboni che speravano, fomentando il malcontento popolare, di ritornare al potere. Il nuovo fenomeno assunse, in breve, le dimensioni di una vera e propria guerra civile.

Il governo italiano, preoccupato delle continue ribellioni, affrontò militarmente il problema, applicando la legge marziale ed attuando una spietata repressione. La terra d'Otranto, all'epoca, si mostrava un luogo di miseria, ignoranza, delinquenza, disoccupazione, arretratezza. Era priva di strade, di ferrovie, di acquedotti: era, insomma, un luogo ai margini della civiltà.

I "Signori", residuato dell'antica nobiltà, ed i nuovi latifondisti spadroneggiavano, approfittando dei loro privilegi, sfruttando la povera gente e contribuendo, ulteriormente, a creare un'atmosfera di torpore e di servilismo che alimentava ignoranza e miseria.

La Prima Guerra Mondiale

Vignetta di Scalarini pubblicata sull'Avanti! del 01/05/1920Con l'avvento della Prima guerra mondiale molti salentini furono chiamati a combattere, molti tornarono a casa, altri morirono per la Patria matrigna. Coloro che tornarono avevano avuto la possibilità di confrontarsi con altre realtà e altre idee: nelle trincee si posero le basi per il vero stato unitario italiano.

Era il 1918. La "grande guerra" era finita ed i reduci tornarono alle loro case, nella amata Terra Salentina. Purtroppo, ritrovarono più miseria di quanta ne avessero lasciata. Se l'Italia, globalmente, era stremata dalla guerra, il Salento versava in una situazione ben peggiore; i pochi anni che seguirono si gettarono le basi per il Regime che governò l'Italia sino al 1943.

Terminal dell'Acquedotto Pugliese

Prescindendo dal triste epilogo del ventennio fascista e da alcune, poco felici, scelte politiche, dobbiamo riconoscere che molto fu fatto per il miglioramento della condizione generale. Nel Salento, infatti, in questi anni, furono portate a compimento opere enormi, come l'Acquedotto Pugliese, il più grande d'Europa, che permetteva alla nostra regione di porre fine alla cronica penuria di acqua. Furono realizzati insediamenti rurali per il miglior sfruttamento della terra e fu aumentato il rendimento agricolo. Furono costruite scuole e formati gli insegnanti. Furono, in pratica, gettate le basi per la nascita del vero Stato Italiano Repubblicano. Ma questa è, ormai, storia dei nostri giorni…

Documento creato il 08/03/2004 (12:53)
Ultima modifica del 16/03/2011 (13:08)

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