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Le grotte marine tra Castro e Otranto.
Da Otranto a Santa Maria di Leuca troviamo un mare limpido e cristallino, spiagge dorate, rocce compatte dove le si infrangono i marosi e numerose grotte, fra cui la "Grotta delle Streghe", la "Palummara", la "grotta dei Romanelli", la "Grotta dei Cervi" e, subito dopo, a circa 20 Km a sud di Otranto, la "Grotta della Zinzulusa". Nomi particolari...Tutte queste grotte devono il loro nome a delle particolari caratteristiche; la grotta "Palummara" ad esempio, deve il suo nome al fatto che era, in passato, rifugio per stormi di piccioni selvatici (in dialetto salentino "palummi") mentre la "Zinzulusa" si chiama così per le innumerevoli conformazioni stalattitiche e stalagmitiche che ricordano le forme di stracci appesi (in dialetto "tsìntsuli"). La grotta più importante: la Zinzulusa
La grotta, che è percorribile all'interno per circa 160 metri, è suddivisa in diversi ambienti: ad ognuno di essi sono stati attribuiti nomi fra i più fantasiosi: Il vestibolo, il Corridoio delle Meraviglie, il Duomo, il Cocito. Il Cocito è la parte più interna della grotta che, in questo punto si immerge a formare due caverne sommerse chiamate Abisso e Grotta dei Diavoli. Le grotte "Romanelli" e "Dei Cervi"Poco più a nord della Zinzulusa troviamo due grotte di particolare interesse archeologico. Sono la Grotta dei Romanelli e, nei pressi di Porto Badisco (località balneare di Uggiano La Chiesa, nei pressi di Otranto) la Grotta dei Cervi. In entrambe sono state ritrovate tracce degli antichi abitanti di questi luoghi: graffiti e oggetti in pietra levigata risalenti a 5000 anni fa. Esse, per la loro importanza storica, sono ancora custodite e non visitabili; esse custodiscono i segreti dei primi abitanti del Salento. Nella grotta dei Cervi sulle ampie pareti sono stati trovati numerosi graffiti: migliaia e migliaia di figure e scene di caccia, dipinti, da ignoti artisti, con ocra rossa e guano di pipistrello. Da queste testimonianze, sopravvissute al rigore del tempo, possiamo osservare la vita di questi nostri sconosciuti progenitori. Nella grotta dei Romanelli, la più grande, sono stati ritrovati resti dei più disparati animali: dall'elefante al rinoceronte e dal cervo al pinguino. Questi resti, appartenuti ad animali che abitano climi molto diversi fra loro, testimoniamo i mutamenti climatici che la Penisola Salentina ha subito nel corso dei millenni. Documento creato il 21/03/2004 (19:03)Ultima modifica del 21/03/2004 (19:03) Area di StampaFortune Cookie...Complimenti e inchini, costano poco e rendono milioni. |
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