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La presenza umana nel Salento risale a tempi antichissimi, a testimonianza degli antichissimi e, forse, originari, abitanti, conserviamo, ancora, i dolmen, i menhir e le specchie. Altri documentiProv. di Lecce
La Specchia di Monte "Li Specchi"La presenza umana nel Salento risale a tempi antichissimi. Popoli più diversi si sono avvicendati in questi luoghi, fondendosi con gli abitanti che, di volta in volta, vi trovavano. Nonostante questo continuo avvicendarsi di etnie, a testimonianza degli antichissimi e, forse, originari, abitanti, conserviamo, ancora, i dolmen, i menhir e le specchie. Ma se il pubblico conosce bene Dolmen e Menhir, molto diffusi anche nel resto dell'Europa, probabile testimonianza di una vasta cultura druidica, lo stesso non possiamo dire per le Specchie. Solo un cumulo di pietreOggi, una specchia ha la forma di un enorme cumulo di pietre. Sembra il risultato del lavoro di un esercito di contadini intenti a dissodare i propri campi e ad accumulare le pietre in esso rinvenute in modo da formarne un monticello. Tuttavia, non è così semplice come fin qui abbiamo immaginato. Le specchie sono delle costruzioni neolitiche, a base, probabilmente, circolare; nella forma dovevano essere molto simili alle nostre attuali pajare, cioè alle costruzioni di pietre a secco molto diffuse nelle campagne Salento. Trovano posto in cima alle colline salentine (le Serre), come vere e proprie torri a guardia del territorio. Da una collina all'altra, da una specchia all'altra, era possibile comunicare un pericolo o un'invasione, mediante fuochi accesi sulla sommità. Monte li SpecchiA queste regole non si sottrae la specchia di Monte li Specchi. Sorge, infatti, sulla collina tra Racale e il mare, ad una altezza di 104 metri. È diruta, anche se non completamente: è, infatti, possibile intravedere la forma circolare originaria, le scale che, dall'esterno, permettevano di salire sulla costruzione. A metà si intravede ciò che resta di una sorta di balaustra che proteggeva una seconda rampa di scale che portava in cima. Purtroppo, nei secoli passati, le pietre sottratte dalla specchia hanno alimentato la realizzazione di svariate costruzioni visibili tutt'intorno. Oggi la specchia non supera i cinque metri di altezza. Il panorama che si può godere è eccellente. Dalla sommità è possibile volgere lo sguardo ad est, sull'intera piana che va da Gallipoli a Ugento. Oltre gli abitati di Racale, Melissano, Alliste e Taviano è possibile scorgere le colline con i comuni di Tuglie, Parabita, Matino e Casarano, dove, un tempo, sorgevano analoghe costruzioni; volgendo lo sguardo verso il mare si gode il panorama della costa. Probabilmente questa costruzione era in collegamento visivo con altre dello stesso tipo, delle quali, oggi, se ne sono perse le tracce. È facile, però, immaginare che ogni collina ne possedesse una, in cima alla quale un drappello di guardiani vigilava. In tempi recenti la specchia è diventata punto di riferimento per la triangolazione del territorio: lo testimonia un medaglione incollato su un mattone in cima alla costruzione: reca la data dell'Agosto del 1955. Monumenti da tutelareCon i Dolmen ed i Menhir le specchie rappresentano le poche testimonianze rimaste di un periodo lontanissimo. Oggi, molti di questi monumenti non esistono più, distrutti dai contadini, per guadagnare terreno da coltivare o dall'esplosione demografica, che le ha sostituite con palazzi o superstrade. Proprio per la loro vetustà, questi monumenti, dovrebbero essere rispettati e conservati per coloro che verranno. Documento creato il 23/03/2004 (21:30)Ultima modifica del 11/03/2011 (17:01) Area di StampaUltimi aggiornamenti...Fotorassegne |
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