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Altri documentiProv. di Lecce
Un Antico MonumentoSulla strada che da Squinzano porta a Torre Rinalda, a circa 4 km dal mare e leggermente in altura, si trova il bel complesso architettonico di Santa Maria di Cerrate. Secondo la storia locale più accreditata, pare che a volere l'edificazione del complesso sia stato il normanno Re Tancredi, Conte di Lecce. Lo stesso Tancredi diede a Cerrate il possesso su vasti possedimenti. Storia e leggendaSecondo lo studioso Casaranese Luigi Tasselli, la nascita di questa importante abbazia salentina è legata ad una leggenda. Si narra, infatti, che un giorno, durante una battuta di caccia nella vasta Foresta di Lecce che si estendeva in questi luoghi, Re Tancredi si trovò di fronte una bella cerbiatta. Volendola catturare, cominciò a seguirla fino al suo nascondiglio. Entrato nel luogo dove era nascosto l'animale, il re vi trovò un'immagine della Madonna. A quell'immagine Re Tancredi si inchinò e, nello stesso luogo, volle costruire la Chiesa di Santa Maria di Cerrate. La gestione di questi luoghi fu affidata, dal re in persona, ai numerosi monaci basiliani, che l'amministrarono per molto tempo. L'importanza dell'abbazia crebbe, tanto che, oltre a molti fondi e giardini, giunse a possedere la grande abitazione dei monaci, il refettorio, la biblioteca, uno scriptorium, i forni, il frantoio, le stalle e tutto il necessario per le quotidiane esigenze della vita di un cenobio. Al centro del grande complesso vi era la Chiesa. Insieme a San Nicola di Casole di Otranto e a San Mauro nei pressi di Gallipoli, divenne uno dei centri monastici più importanti della Puglia e dell'Italia Meridionale. Caratteristiche architettonicheDai caratteri architettonici della Chiesa si può affermare che l'edificio risale alla prima metà del secolo XII. Come innanzi accennato, a possedere il complesso furono dapprima i monaci basiliani, un ordine bizantino che praticava il culto greco. Quando l'ordine dei Basiliani scomparve, (verso la seconda metà del secolo XVI, con la conseguente scomparsa del Rito Greco nel Salento) l'Abbazia e la Chiesa furono sotto il controllo della Santa Sede che la affidò a cappellani locali. Infine fu concessa da Papa Clemente VII all'Ospedale degli Incurabili di Napoli e, in seguito, fu completamente abbandonata. Allo stato di abbandono si aggiunse, nel 1711, l'opera devastatrice dei pirati turchi, che, durante le loro frequenti incursioni, si spingevano sino ai centri abitati più grandi. La chiesa è isolata al centro del complesso che la circonda con il prospetto principale volto a ponente, come voleva la tradizione greca. L'interno si sviluppa in tre navate con le rispettive absidi. La navata centrale è più alta e più ampia rispetto a quelle laterali. L'interno della chiesa, cui si accede da un portale riccamente scolpito, era splendidamente affrescato. Al prospetto laterale sinistro nel XIII secolo è stato appoggiato un portico composto da 24 colonne e 4 pilastri che sorreggono 21 archetti, i cui capitelli hanno la caratteristica di essere tutti diversi; in alcuni sono scolpiti con motivi floreali, altri presentano animali ed altre creature fantastiche. Nel XVIII secolo all'interno furono costruiti due altari in stile barocco. Purtroppo lo stato di abbandono e l'incuria del prezioso monumento si protrassero per secoli. Una parte del muro est crollò e venne ricostruito alla men peggio, usando gli stessi conci di tufo. I ricchi affreschi della parete andarono persi ed oggi è possibile intravedere la loro bellezza nelle tracce rimaste sui mattoni, rimessi insieme in disordine dagli anonimi muratori. Il recuperoAssai mal ridotta, fu venduta a privati e da questi acquistata dall'Amministrazione Provinciale di Lecce il 27 luglio del 1965. Seguirono grandi lavori di restauro che portarono alla ricostruzione del complesso così come è possibile visitarlo oggi. Al suo interno, finalmente restituito al grande pubblico, è possibile visitare il Museo delle Tradizioni Popolari. Documento creato il 13/04/2004 (14:22)Ultima modifica del 17/03/2011 (11:41) Area di StampaUltimi aggiornamenti...Fotorassegne |
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