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Un video dedicato all'itinerario turistico di Castro organizzato da Japigia

Le Fotorassegne!

A Castro. non solo foto

Non solo foto

Lungo la costa Jonica Salentina meridionale, tra Leuca ed Otranto, quasi arroccata sulla collina del Pizzo Mucurune. incontriamo l'antica città di Castro.

La città vecchia, che i romani chiamarono Castrum Minervae, è facilmente raggiungibile da una comoda strada che la pone in collegamento con le principali città dell'entroterra; all'ingresso, il castello aragonese fa guardia, da secoli, al borgo antico.

Un vicoletto, permette di raggiungere l'accesso al cortile interno del castello, protetto da un bastione e sormontato da una caditoia, elemento difensivo molto comune nelle costruzioni a cavallo dei secoli XV e XVI. L'interno, ospita oggi un interessante museo che raccoglie i recenti ritrovamenti archeologici avvenuti nella cittadina.

Non può mancare uno sguardo sul vuoto, offerto dalla terrazza del belvedere, raggiungibile grazie ad una caratteristica stradina del centro: laggiù, in fondo, seminascosta dalle chiome degli ulivi centenari, c'è Castro Marina ed il suo mare.

La strada principale del borgo ci conduce, rapidamente, in Piazza Vittoria, il luogo più alto della collina e sede della chiesa Cattedrale; la torre civica settecentesca sostituisce l'antico campanile del 400, simile, secondo alcune stampe antiche, alla ben famosa guglia di Raimondello Orsini del Balzo che si trova a Soleto.

Castro fu anche sede vescovile fino al 1818; tuttavia, dopo la distruzione della città ad opera dei turchi, avvenuta nel 1575, la residenza vescovile fu spostata prima a Poggiardo e poi a Diso, comuni poco distanti da qui, non sulla costa e, quindi, ritenuti più sicuri.

Sul fianco della Cattedrale dell'Annunziata che da sulla piazza, è possibile vedere i resti dell'antica chiesetta bizantina, databili intorno all'VIII secolo ed ormai parte integrante della struttura medievale. Sono il segno della sovrapposizione dei luoghi di culto e, anche, del riutilizzo degli stessi. Come l'antico nome romano della cittadina suggerisce, Castrum Minervae non era altro che una fortificazione (un “castrum”, appunto) dedicato o sotto la protezione della Dea Minerva. Il riutilizzo dei luoghi e degli elementi architettonici dei templi pagani è la conferma di questa sovrapposizione. Due colonne romane, una di marmo ed una di breccia corallina, fanno bella mostra sotto gli affreschi dell'antica chiesa, recentemente restaurati.

Il particolare rosone e la stretta monofora, presenti sulla facciata, confermano la costruzione medievale della nuova cattedrale, in stile “romanico pugliese”; Il retro della cattedrale ne è un'ulteriore conferma: la rimozione dei contrafforti ottocenteschi, ha reso visibili le tracce di un protiro rimosso nel corso dei secoli; in alto, due strette e caratteristiche finestre, sono incorniciate da eleganti colonnine.

Lasciandoci alle spalle la cattedrale, possiamo ammirare la ricostruzione in legno dell'Atenaion, il tempio dedicato alla Dea Atena; al centro della struttura, incastonata, una pietra abbellita da un tetraglifo conferma la presenza, in questo luogo, di un antico tempio pagano.

Poco distanti da qui, le vecchie mura aragonesi, costruite sui resti delle antiche fortificazioni messapiche: dall'alto di 2500 anni di storia, volgiamo lo sguardo alla costa ionica salentina.

Alcune scale ci permettono di raggiungere la base della fortificazione messapica; siamo di fronte all'antica porta est dell'abitato arcaico: dove un tempo c'erano le sentinelle che scorsero, secondo il poema di Virgilio, i profughi troiani, oggi una massaia stende ad asciugare i suoi panni.Un'altra scaletta, ci conduce ai piedi del torrione aragonese, oggi trasformato in civile residenza, quasi dimentico del suo passato militare; ne approfittiamo per guardarci intorno e lasciarci infine affascinare dall'incredibile connubio tra antico e moderno.

 

Documento creato il 01/01/2012 (17:16)
Ultima modifica del 01/01/2012 (17:57)
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