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Altri documentiPersone importantiProv. di Lecce
La chiesa di Santa Caterina d'Alessandria![]() Come riportato su un iscrizione scolpita su uno dei portali laterali, la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria fu terminata nel 1391 per volere di Raimondello Orsini del Balzo, nipote di Raimondo che, nel 1335, fece costruire le prime mura di difesa per il casale di San Pietro in Galatina, trasformandola, così, in un centro fortificato.
Una volta eretta, la nuova chiesa fu affidata ai Frati Minori Osservanti. L'interno della chiesa si sviluppa a cinque navate. Mentre le due navate intermedie sono adibite a corridoi, le fondamenta dell'edificio poggiano su un impianto precedente che è stato completamente inglobato nella nuova costruzione. Lo stile architettonico è un misto di gotico e romanico insieme; è proprio questa unione di stili architettonici a caratterizzare lo stile romanico pugliese, formatosi dallo stile romanico puro con elementi architettonici bizantini e normanni. Particolarmente interessanti sono gli affreschi che si trovano sulla volta poligonale dell'abside eseguiti, però, dopo la morte di Raimondello per volontà della moglie, Maria d'Enghien, che, per la loro realizzazione, fece venire nel Salento un artista napoletano. Purtroppo quest'ultimo fu quasi subito sostituito da un artista toscano che ridipinse nuovamente la chiesa: siamo nel 1433. L'artista toscano dipinse diversi "cicli" di affreschi; nella prima campata troviamo affrescate, ad esempio, ben 41 scene che rappresentano l'Apocalisse. Sulla volta c'è affrescato un cielo azzurro con alcuni segni dello zodiaco, un sole rosso e una luna in bianco e nero, oltre a vari angeli e un Cristo severo. Nelle quattro vele, che chiudono la seconda campata, sono rappresentati i Sette Sacramenti, mentre sulle pareti è raffigurata la storia della Genesi in cui si distinguono le visioni del paradiso terrestre. Naturalmente non potevano mancare gli affreschi che raccontano la vita di Santa Caterina. ![]() La facciata è tricuspidale, in stile romanico, con uno splendido rosone centrale scolpito in pietra leccese, mentre l'abside, di forma ottagonale, è in stile gotico. Entrando è come trovarsi in una pinacoteca: le mura, i pilastri che fungono da colonne e le volte sono tutte affrescate. Si nota subito l'armonia creata dai diversi stili architettonici, dagli archi a sesto acuto a quelli a tutto sesto, dalle volte a crociera a quelle a botte.
Nel tempo, quindi, la basilica ha subito continui rifacimenti e restauri rovinosi, a cominciare dall'antica collocazione del coro nella terza campata, con la distruzione di vari affreschi e il danneggiamento di alcuni pilastri fino alla realizzazione nel seicento dell'organo ed alla costruzione di vari altari. Oggi, finalmente, tutti questi danni sono stati riparati intorno agli anni 1930/1940, riportando l'immobile allo stato originario. Documento creato il 08/03/2004 (15:23)Ultima modifica del 08/03/2004 (15:23) Area di StampaUltimi aggiornamenti...Fotorassegne |
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