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La chiesa dedicata a San Paolo ha un significato molto importante per la città di Galatina: ha rappresentato, per molti anni, il luogo dove coloro che erano state morsicate dalla tarantola si recavano per ricevere sollievo allo stato di malattia indotto dal veleno dell'animale. Altri documentiPersone importantiProv. di Lecce
San Paolo a GalatinaLa chiesetta dedicata a San Paolo, nel centro della cittadina salentina, posta in una strada a lato della grande piazza centrale, ha un significato molto importante per la città di Galatina: ha rappresentato, per molti anni, il luogo dove coloro che erano state “morsicate dalla tarantola” si recavano per ricevere sollievo allo stato di malattia indotto dal veleno dell’animale. In questa chiesetta –infatti- durante i festeggiamenti dedicati ai Santi patroni, i Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno si recavano le donne -definite, appunto, tarantate- che erano state vittime del morso della tarantola. Esse chiedevano la grazia al santo, pregando e bevendo l’acqua miracolosa dal pozzo attiguo alla chiesetta. A catalizzare gli effetti benefici dell’acqua e della pregiera era anche la musica: durante il rito, infatti, le tarantate si esibivano in balli frenetici al suono dei caratteristici tamburelli. I suonatori, dal canto loro, dovevano trovare il giusto ritmo per placare l’effetto del morso, anche perché ogni morso andava trattato in maniera adeguata. Il culto dedicato a San Paolo risale a quando il Santo si recò a Malta per convertire i maltesi al cristianesimo; la leggenda racconta che, mentre il Santo stava accendendo un fuoco, fu assalito da un serpente da cui, comunque, riuscì a liberarsi senza essere morso. Proprio a seguito di questo episodio, molti maltesi credettero al miracolo e si convertirono al cristianesimo. La chiesetta è incorporata nel palazzo Tondi che guarda sulla piazza principale dove insiste la chiesa dedicata a San Pietro; la sua costruzione risale al XVIII secolo. All’interno della cappella è ben visibile sopra l’altare una tela del pittore Francesco Saverio Lillo che raffigura San Paolo con una spada in mano, le figure di un uomo e di una donna ed un angelo che sostiene un libro. La tela è collocata sull’altare barocco, realizzato in pietra leccese, dove trovano posto eleganti volute, angeli ed elementi vegetali. Oggi, purtroppo, l’interno versa in cattivo stato: l’umidità ha letteralmente trasformato in sabbia gli stuggli e le volute barocche in pietra leccese. Anzi, si può dire che il tutto viene tenuto ancora insieme dalla vernice esterna! Tuttavia, basta un soffio di vento per ridurre in polvere questo monumento alla cultura salentina che avrebbe bisogno, urgente, di restauri. La facciata è semplice, con una finestra che illumina l’interno ad unica navata con volte a stella e una balaustra costruita dal proprietario del palazzo per seguire comodamente la funzione religiosa. Nell’atrio del palazzo dove insiste la cappella è ancora possibile vedere il pozzo con l’acqua miracolosa e un dipinto che raffigura il santo. Documento creato il 17/01/2009 (21:07)Ultima modifica del 09/03/2011 (19:01) Area di StampaUltimi aggiornamenti...Fotorassegne |
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