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La mappa di Soleto

La Mappa di Soleto

l'antica mappa di soleto

La sua scoperta risale, ormai, ad un paio di anni fa, ma la notizia è diventata di pubblico dominio solo in questi ultimi mesi, quando l'Università ed il suo scopritore, l'archeologo olandese Thierry Van Compernolle hanno sciolto le riserve circa l'autenticità del reperto.

Si tratta della più antica mappa mai ritrovata nel mondo occidentale e rappresenta la parte terminale della Puglia, la Japigia, da Gallipoli e Otranto sino a Leuca.

Un Ostrakon millenario

soleto, la guglia e la chiesaGli Ateniesi, inventori della democrazia, ebbero il merito di inventare, anche, le elezioni alla rovescia! E' proprio così: migliaia di anni fa i greci solevano eleggere non il miglior cittadino ma... il peggiore. Era uso, infatti, scrivere su pezzi di ceramica il nome della persona che dava più fastidio. Allo scrutinio, colui che aveva più voti veniva cacciato dalla città. La pratica prendeva il nome di ostracismo ed il pezzo di ceramica ostrakon.

E così, su un pezzo di ceramica largo circa 6 centimetri e alto 3, anonime mani, nel V secolo a.C. disegnarono il profilo della costa del Basso Salento, segnando accuratamente la parte occupata dal mare (riconoscibile da uno zig-zag che imita le onde) ed evidenziando, con dei puntini, le città principali, ben 13, indicandone i nomi di due di esse in greco e le rimanenti in lingua messapica.

Il coccio, probabilmente frammento di un piatto, era già tale quando la mappa fu tracciata. L'anonimo topografo adattò il disegno allo spazio disponibile, tracciando per prima la linea di costa, poi il mare e le città costiere principali, Otranto e Taranto o, per meglio dire, il dominio che essa aveva sul mare cui dava il nome: il Mare di Taranto. E così Taranto, città Magno-Greca, sembra incutere timore nell'autore: l'Ostrakon è dello stesso periodo della grande guerra dei Messapi contro Taranto, che si svolse intorno al 473 a.C.

Le altre città

Gli altri 11 toponimi son quasi tutte città tuttora esistenti; tra essi riconosciamo Soleto (Sol), Vaste (Bas), Ugento (Oxan), Alezio (Bal) ed altri che, pur essendo riconoscibili sulla mappa, hanno nomi diversi da quanto ci si sarebbe aspettato: Stu (Sternatia?), Mios (forse Muro Leccese?), Graxa (Gallipoli?).

Ma perché?

Ma qual'è stato il motivo che ha spinto la realizzazione di questa piccola mappa? Che utilità poteva avere un pezzo di ceramica con alcuni nomi incisi e la sagoma della costa? E, ancora, perché tra le città manca Vereto, centro ugualmente importante in quel periodo? Son domande che probabilmente tarderanno a trovare una risposta.

Ma... è autentica?

Un'altra domanda che balza alla mente riguarda l'autenticità della mappa. Certamente, la ceramica smaltata è del V secolo a.C. ma questo, vale anche per i suoi graffiti? Van Compernolle ed i suoi colleghi hanno cercato di valutare attentamente ogni elemento prima di presentare la scoperta; tuttavia questo non ha impedito ad altri studiosi di dubitare. Tra tutti un archeologo olandese, Douwe Yntema.

Alimentano i suoi dubbi il fatto che la mappa ha orientamento nord-sud e le città sono indicate con punti e non con le casette tipiche delle mappe antiche (come la Tabula Peutingeriana); Yntema nota, inoltre, la mancanza di strade e l'utilizzo di lettere dell'alfabeto greco di uso frequente solo alcuni secoli dopo. Tutti elementi, questi, che rivelerebbero una concezione moderna della mappa.

Documento creato il 09/05/2006 (22:16)
Ultima modifica del 21/11/2011 (19:34)

 

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