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Passeggiata a Roca Vecchia, marina di Melendugno, un sito archeologico ricco di storia dal periodo preistorico, passando per il messapico fino ad arrivare al 1550 anno in cui Carlo V fece distruggere il castello in quanto divenuto covo di pirati. Video commentato

Video di Roca Vecchia

Quattro passi a Roca

Ci troviamo sulla costa adriatica settentrionale del Salento, lungo la strada litoranea che congiunge Otranto alla marina leccese di San Cataldo; qui, incontriamo l'antico sito di Roca Vecchia.

Definita “vecchia” per distinguerla da quella “nuova” voluta dall'imperatore Carlo V, la vita di questo antichissimo centro abitato ebbe termine nel 1530 anno in cui, l'imperatore, decise di abbattere il castello divenuto, ormai, covo di pirati e di trasferire la popolazione rimasta in altri luoghi.

Un cartello informa che ci troviamo di fronte alle grotte basiliane; i monaci greci passavano la loro esistenza lavorando ed a contatto con la gente del luogo e qui restavano anche dopo la morte, come testimoniano i resti di un sepolcro, visibile esattamente sopra gli spazi abitativi.

Passeggiando tra le rocce della scogliera, l'attenzione non può non ricadere sugli spazi regolari lasciati dalle antiche abitazioni; la scogliera è stata trasformata ed adattata, per secoli, alle esigenze dell'uomo. Poco più avanti c'è la Grotta della Poesia, definita così per via delle tante iscrizioni lasciate, sin dall'antichità sulle sue pareti e divenuta, in tempi recenti, luogo di svago. Nonostante tutto, tiene ancora fede al suo nome e sulla tenera arenaria alcuni innamorati lasciano la loro firma.

Alcuni cunicoli, scavati nella roccia, mettono in comunicazione i vari anfratti della costa e da lontano, la torre di guardia che prese il posto del castello, sorveglia ancora questi luoghi.

La collina che sovrasta la Grotta della Poesia, reca altri segni di antichi insediamenti umani; sparsi sulla superficie incredibilmente corrosa di questa antica duna fossile, è possibile vedere delle conche ovoidali, poste a distanza più o meno regolare l'una dall'altra. Si tratta degli antichi contenitori di derrate alimentari, dei silos, che un tempo erano completamente interrati lasciando sporgere solo l'imboccatura.

La situazione attuale rivela che lo strato superficiale è stato eroso in profondità, cancellando ogni traccia di tutto quanto era qui in passato. L'altra costa della piccola insenatura è il luogo preferito dai pescatori; un tempo, il posto prendeva il nome di “dogana” ed ora il mare lambisce ciò che resta delle antiche fortificazioni medievali.

Anche qui ci sono i silos interrati per la conservazione delle derrate alimentari: le loro dimensioni ci permettono di realizzare quanto sia stata realmente erosa la collina su cui abbiamo passeggiato alcuni minuti prima.

Un trionfo di isole e scogli frammenta la costa, creando un ambiente incredibile; una delle calette è diventata un improvvisato campo da calcio per alcuni ragazzi.

Lasciata la spiaggia, a pochi passi dalla strada litoranea, è possibile ammirare ciò che resta delle antiche e possenti mura messapiche; i grossi blocchi sovrastano l'area di un'antica necropoli.

Per qualche minuto inseguiamo il tracciato delle antiche mura che si perdono nel verde della macchia mediterranea che cerca, con grande difficoltà, di sopravvivere al nostro progresso.

Documento creato il 03/01/2012 (19:27)
Ultima modifica del 03/01/2012 (19:33)
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