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Una piccola chiesa alla fine del paeseChe Morciano sia una cittadina del Capo di Leuca ricca di storia, il viaggiatore se ne rende conto subito, non appena comincia a fare quattro passi tra le vie del paese. Si comincia subito a riconoscerne le origini antiche, fatte di tradizione e di costumi spesso importati dall'altra parte dell'Adriatico, dalla Grecia, dall'Illiria. Si tratta, come spesso succede nel Salento, di radici profonde che hanno forgiato il carattere della nostra regione; e girovagando tra le vie del centro si giunge, facilmente, alla periferia del paese dove, tra i recenti edifici, si scorge una chiesetta che, con disinvoltura, porta con se gli ultimi cinquecento anni di storia: si tratta della piccola chiesa della Madonna di Costantinopoli. E' uno dei pochi luoghi di culto popolari scampati alla distruzione dei tempi moderni, testimone di una religiosità paesana, verace, quasi un ringraziamento per uno scampato pericolo, rappresentato, in quegli anni del Rinascimento, probabilmente dalle orde turche che, dall'altra parte dell'Adriatico, non mancavano, con le loro continue scorrerie di minacciare le genti salentine. La chiesetta fu costruita negli anni immediatamente seguenti la vittoria delle armate Cristiane sui turchi a Lepanto; in quel 1571, finalmente, si pose fine a quello che, per secoli, era stato il sogno dei pascià ottomani: conquistare l'Italia, Roma e, con esse, tutto l'occidente. La chiesetta della Madonna di Costantinopoli ricorda proprio questa vittoria; è una chiesetta piccola, umile dove una mano a noi ormai ignota ha rappresentato su una antica stele monolita la Madre ed il Bambino secondo l'iconografia classica della Odigitria -che significa, letteralmente, Colei che indica la via- dove la Vergine mostra il proprio Figlio come via unica di salvezza. Un culto antichissimoIl culto della Madonna di Costantinopoli o dell'Odigitria è un culto molto antico, risalente, addirittura al V secolo d.C. Quando Teodosio, imperatore romano d'Oriente, volle erigere nella città di Costantinopoli -voluta da Costantino il Grande e da questi costruita sul luogo dove sorgeva l'antica Bisanzio- tre piccole chiese dedicate alla Vergine, in tre luoghi diversi della città: a Blacherne, a Chalcoprata ed a Odeghi. La Vergine di Odeghi era rappresentata proprio con il Bambino in braccio e, secondo molti studiosi, il termine Odigitria deriverebbe proprio da questo luogo dell'antica Costantinopoli. Ma le lotte iconoclaste prima e la conquista turca di Costantinopoli nei secoli seguenti portarono il culto anche da questa parte dell'Adriatico; grazie ai profughi greci e ai Basiliani i culti dei santi orientali e della Madonnina dell'Odigitria giunsero anche in Italia e, soprattutto, nel Salento ed in Puglia. Molti furono i fedeli che si rivolgevano alla Madre di Gesù affinché intercedesse per una positiva soluzione dei tanti problemi della vita, non ultime le carestie, la fame e le malattie che nei secoli bui del medievo rendevano veramente la vita difficile nelle nostre contrade. E fu proprio dopo la già citata battaglia di Lepanto che il culto cominciò a diffondersi in gran parte dell'allora Regno di Napoli. Un dipinto più anticoMa proprio a conferma dell'antico culto, i recenti lavori di restauro che hanno messo in risalto il dipinto rinascimentale della Vergine, hanno scoperto, al di sotto di esso, un dipinto molto più antico, probabilmente di origine orientale. Il dipinto originale fu realizzato su una stele probabilmente proveniente dall'antica città messapica di Vereto, da cui Morciano e Patù traggono origine, forse poco prima che questa soccombesse alle orde dei saraceni contro cui nulla poterono gli sforzi del Barone Geminiano: era il 24 Giugno dell'874. Documento creato il 03/07/2007 (10:44)Ultima modifica del 16/03/2011 (12:15) Area di StampaUltimi aggiornamenti...Fotorassegne |
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