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Sant'Eleuterio la leggendaVerso il X secolo, sorse, in agro di Matino, il monastero Basiliano dedicato a Sant'Eleuterio, di cui ben poca cosa è giunta a noi. Secondo la tradizione orale, esistono due ipotesi sulla sua fondazione: una di esse narra di un soldato di Casarano che salvato da un pericolo per intercessione del Santo costruì, sull'omonima collina, una chiesa a lui dedicata; Un'altra storia, ritenuta più attendibile, narra di un nobile matinese che, attorno all'anno mille, mentre stava recandosi in un luogo di sua proprietà situato su quella collina, vide sprofondare il suo cavallo in una voragine apertasi nel terreno. Egli stesso stava per precipitare ma, invocato Sant'Eleuterio, cui era molto devoto, per intercessione di questi ebbe salva la vita. Per dimostrare la sua gratitudine, volle costruire sulla collina un monastero con celle, granai, una chiesa ed una cripta nella voragine che si era aperta sotto i suoi piedi. Egli sistemò la cripta in modo che fosse accessibile mediante una stretta scalinata e, a ricordo del miracolo ottenuto non volle mai sistemare, la volta di quella cisterna. Il nobile matinese, del quale non è giunto a noi il nome, donò quanto aveva costruito ai monaci basiliani che, in quel periodo erano molto numerosi nel Salento. I monaci tennero il luogo sino a dopo il XIII secolo e, da documenti dell'epoca, si sa che il luogo passò sotto il controllo del clero locale. Dalla metà del 1600 in poi, purtroppo, non si ha del luogo più alcuna memoria: con molta probabilità è questo il periodo del declino del monastero. Secondo SchivaniDoveva comunque essere un luogo cui la popolazione di Matino era molto legata secondo le notizie pervenuteci dallo storico matinese G. Schivani. Vissuto nella prima metà del 1700, racconta, in alcuni suoi scritti che, da piccolo si recava, il 24 di Maggio di ogni anno, alla festa di Sant'Eleuterio, sull'omonima collina, dove era ancora possibile ammirare la cripta, la chiesa con l'altare maggiore rivolto ad oriente (secondo il rito greco) e le antiche celle dei monaci, purtroppo già in stato di abbandono. I giorni nostriPer avere, notizie più recenti della cripta basiliana dobbiamo arrivare al 1939 anno in cui una studiosa lombarda, Alba Medea, si recò sul luogo, riferendo d'avervi trovato, però, solo la cripta, sulle cui pareti potevano appena ravvisarsi tracce di affreschi: tutto il resto, purtroppo, era stato cancellato dall'incuria del tempo e dell'uomo e, dove mille anni prima sorgeva uno dei monasteri basiliani più attivi adesso si estendeva un campo di grano... La situazione, sul finire del secolo, non è cambiata di molto: oggi sul luogo un tempo appartenuto ai monaci bizantini sorgono i moderni impianti di diffusione delle stazioni radiotelevisive mentre dell'antica cripta resta solo un buco nel terreno... Documento creato il 17/08/2004 (09:47)Ultima modifica del 18/03/2011 (18:44) Area di StampaUltimi aggiornamenti...Fotorassegne |
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