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Le fortificazioni del 500I primi decenni del '500 rappresentarono, per il Salento, il periodo in cui si intrapresero i lavori di fortificazione lungo le coste e nell'entroterra. Dopo il sacco di Otranto, la strage degli Ottocento e le continue incursioni di turchi e pirati saraceni, Carlo V volle che fossero portati a termine una serie di lavori volti a rendere sicure le coste allo scopo di scongiurare il verificarsi di nuove sciagure. Questo enorme piano di fortificazione, che costò non poco alle Università del Salento, portò alla costruzione di numerose torri di guardia. Molte di esse sono ancora oggi visibili in perfetto stato di conservazione e, dominando alcuni dei luoghi più pittoreschi del Salento, ne caratterizzano i tratti e, armonizzandosi con l'ambiente, ne sottolineano i trascorsi storici e culturali. La Torre dell'AltoUna di esse è la bella Torre dell'Alto, lungo la costa neretina, in località Santa Caterina. È posta quasi a guardia di uno dei luoghi più belli del Salento ed immersa nel verde dei pini d'Aleppo, su una rupe di ben 51 metri sull'azzurro del Mare Jonio; dall'alto della rupe si scorge a sud il profilo di Gallipoli, la Perla del Salento, e, a nord, la frastagliata costa del parco regionale di Porto Selvaggio. La rupe dove sorge il fortino era detta, nel 500, del Salto della Capra o, anche, è detta la dannata: si narra, infatti, che, da questo roccioso precipizio, venissero gettati in mare i condannati a morte. Il salto, ben 51 metri di irte rocce, non lasciavano speranze di salvezza. Una tipica costruzione militareLa torre è una tipica costruzione militare, alta circa 20 metri, con cordolo marcapiano a circa 9 metri di altezza. Il pianterreno non presenta accessi e l'unica porta è al primo piano, al quale si accede mediante una elegante scalinata esterna in tufo. Un tempo la scalinata era separata dalla torre ed un ponte levatoio permetteva di proteggere la piccola guarnigione di cavallari (solitamente due persone) da un eventuale assedio. Una cisterna, accessibile dall'interno, permetteva il necessario rifornimento d'acqua. L'interno della torre, purtroppo, non è accessibile. Tuttavia è facile immaginare l'esistenza di un grande ambiente al primo piano e delle scale, strette, anguste ed interne alla muratura che permettevano di passare al pianterreno, usato, probabilmente, per le scorte ed al tetto, da dove era possibile la difesa lanciando sugli aggressori ogni sorta di ordigno dalle caditoie. La torre, infatti, è ben provvista di caditoie: ne presenta ben 10, quattro verso il mare e tre per gli altri lati. Da esse potevano essere gettati grandi massi o olio bollente. La torre, inoltre, era scarpata alla base: questo accorgimento la rendeva ancora più difficilmente espugnabile. Documento creato il 08/03/2004 (14:46)Ultima modifica del 18/03/2011 (14:47) Area di StampaUltimi aggiornamenti...Fotorassegne |
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