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Lecce conserva ancora una parte delle antiche mura di fortificazione che l'hanno protetta nel corso dei secoli passati. L'accesso al centro antico è ancora garantito da alcune porte: una di esse è la famosa Porta Rudiae.

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Porta Rudiae

Porta Rudiae

Lecce dal romanico al barocco

Porta Rudiae è una delle porte che permettono l'accesso al centro antico della città di Lecce; prende il nome dal fatto che si trova (o, meglio, si trovava) lungo la strada che, da Lecce, conduceva alla città di Rudiae, un antico centro abitato ormai scomparso.

La porta presenta un unico grande accesso ed uno più piccolo, laterale. L'ingresso più piccolo è stato chiuso negli ultimi anni, probabilmente per motivi di igiene e sicurezza.

Il monumento è realizzato nel classico stile barocco: è stata costruita, come ricorda la lapide che è possibile leggere sul frontone, nel 1700, da Prospero Lubelli, un appartenente alla nobiltà cittadina, durante il governo del sindaco Cesare Belli.

la data scolpita su porta rudiae

La data della sua costruzione è impressa in una inconsueta numerazione romana che comprende alcune “C” rovesciate. In esso possiamo leggere un “mille” (i primi tre caratteri), un 500 (la I seguita dalla C rovesciata), due volte 100 (CC) ed un 3 (III): la somma degli elementi è in grado di dare l'anno esatto di costruzione della porta: il 1703.

Nella parte alta del fastigio barocco è possibile vedere tre santi particolarmente cari ai Leccesi. Al centro e più in alto, Sant'Oronzo, patrono di Lecce dal 1656 che protesse la città da una epidemia di peste; più in basso, a sinistra di chi guarda, Sant'Irene, protettrice di Lecce prima di Sant'Oronzo e, alla sua sinistra, San Domenico di Guzman, che ritroviamo anche sul portale della retrostante chiesa del Rosario, immediatamente dopo aver superato la porta.

La porta è ornata da quattro eleganti colonne con capitelli corinzi, due per lato. Su ciascuna colonna ci sono quattro busti che rappresentano i quattro mitici fondatori della città: essi sono Dauno, Malennio, Euippa e Lizio Idomeneo.

La presenza dei quattro fondatori (Dauno ed Euippa erano i figli di Malennio, re dei Salentini, mentre Lizio Idomeneo era un condottiero cretese sbarcato e rimasto nel Salento a seguito di un naufragio) vuole rimarcare la leggenda, diffusa intorno al 500/600 che vuole Idomeneo sposo di Euippa e che fonde, dunque, la stirpe cretese con gli autoctoni salentini.

A riprova di questa leggenda, fu ritrovata, durante la costruzione del convento delle suore domenicane e dell'annessa chiesa della Natività della Vergine (nota anche con il nome di Santa Maria della Nuova o “della Nova”) una lapide di marmo con scritte latine che ricordava la figura di Idomeneo, il suo arrivo nel Salento ed il suo matrimonio con Euippa, divenuta a seguito della morte del padre e del fratello, regina dei salentini.

Tra l'altro è curioso notare come Porta Rudiae unisca insieme tutti gli eventi: abbiamo raffigurato San Domenico, che richiama la costruzione del convento dedicato al suo ordine, convento che sorge proprio nell'antica Via Idomeneo (nei pressi di Porta Napoli) dove, secondo la tradizione, sorgeva il palazzo reale dell'antico monarca salentino e dove fu esattamente ritrovato il marmo con le iscrizioni latine.

Documento creato il 29/05/2012 (17:38)
Ultima modifica del 29/05/2012 (19:24)
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Japigia di Paola Beatrice Arcano, Casarano (Lecce)
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