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Le Tavole di san Giuseppe sono un vero e proprio rito, una tradizione antica perpetuata, ogni anno dalle donne del paese. Una tradizione, per fortuna, ancora viva e sentita. Altri documentiProv. di Lecce
Le Tavole di San GiuseppeAlcuni paesi dell'entroterra Idruntino, tra cui Uggiano e la sua frazione Casamassella, hanno un modo molto particolare per festeggiare San Giuseppe. I preparativi cominciano molto tempo prima per concludersi la sera della vigilia, il 18 Marzo, e il giorno dopo con la festa del Santo. A dire il vero, è un vero e proprio rito, una tradizione antica perpetuata, ogni anno dalle donne del paese. Una tradizione, per fortuna, ancora viva e sentita. Cosa sono le TavoleLe Tavole di San Giuseppe sono vere e proprie tavole imbandite; certo, non si tratta di banchetti o inviti a pranzo o a cena, ma di veri e propri riti tradizionali dove i commensali, sempre in numero dispari, prendono il nome dei santi più vicini alla Sacra Famiglia; il capofamiglia della casa che organizza le tavole è San Giuseppe: a lui spetta segnare inizio e fine del banchetto, battendo il bastone sul pavimento. Le tavole, imbandite con il pane, il pesce e vari frutti della terra sono, la sera della vigilia, esposte alla visita dei pellegrini, ai quali è riservato un piccolo tavolo all'ingresso, dove possono prendere il pacino -un piccolo pane da portar via-, i lampascioni -piccole cipolline selvatiche dal guasto particolare- ed i dolci fritti. Tutto il paese, visita le case delle tavole: giovani ed anziani sono coinvolti in una sorta di continuo viavai che si protrae sino a notte quando il rito sarà rinviato all'indomani, giorno di San Giuseppe. Il perché di questo ritoIl pane, il pesce ed i frutti della terra, divisi nelle tavole cotte -fatte, prevalentemente, di cibo cotto- e crude -dove tutto viene preparato per l'asporto- sono gli elementi principali del rito. Parimenti essenziali sono i commensali, scelti dal capo famiglia (San Giuseppe, appunto), tra parenti, compari, amici. Magari anche tra quelli con cui si è bisticciato, in modo da stabilire con loro la pace e, se invitati, questi non possono sottrarsi all'obbligo di partecipare. Tuttavia, i motivi che spingono a preparar le Tavole possono essere diversi: ad esempio, le tavole possono essere preparate per grazia ricevuta, una sorta di ex-voto con cui la famiglia vuole ringraziare il Santo per la sua intercessione. Possono, anche, avere valore propiziatorio per fare in modo che San Giuseppe interceda per il compiersi di un determinato evento che sta a cuore ai componenti della famiglia. Il ciboSono le abili mani delle donne che preparano le tavole, con una cura incredibile per i dettagli. Niente viene lasciato al caso: sembra quasi che l'evento trasformi le abitazioni in piccole chiese, pronte a ricevere le visite dei pellegrini. San Giuseppe e i Santi hanno lo stesso cibo, nella stessa quantità che divideranno, a casa, con i membri della propria famiglia. Immancabili il pesce ed i lampascioni, le cipolline selvatiche tipiche della nostra cucina; tuttavia, un posto di primo piano viene assegnato al pane: ogni Santo ha un grande pezzo di pane, tondo a mo' di ciambella, dove le simbologie dei Santi vengono accuratamente rappresentate. Ringraziamenti:Un ringraziamento particolare va alla dr. Daniela Vizzino per le informazioni e per averci accompagnato alla scoperta di questa particolare tradizione salentina. Documento creato il 20/03/2006 (11:28)Ultima modifica del 07/03/2011 (18:39) Area di StampaUltimi aggiornamenti...Fotorassegne |
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