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Le Cave Dismesse

Riciclare i rifiuti: un'abitudine inesistente...

Sempre più frequenti sono le immagini raccapriccianti di discariche abusive, sparse ovunque sul territorio della nostra provincia.

Secondo l'ormai consolidato principio che identifica il rifiuto come qualcosa di cui disfarsi e non come possibile risorsa da utilizzare, molti si sono sentiti e continuano a sentirsi legittimati a ricorrere a qualsiasi mezzo e ad utilizzare qualsiasi luogo per liberarsi della "spazzatura".

Cave e discariche

Nella maggior parte dei casi sono le cave dismesse ad essere trasformate in discariche abusive.

Su tutto il territorio provinciale, infatti, solo quattro di esse sono utilizzate in modo controllato per il conferimento dei rifiuti solidi urbani ed una sola, a Galatina, autorizzata, per materiali inerti.

Molto più numerose risultano quelle di tipo non controllato che versano in uno stato di totale abbandono, adibite, quindi, allo stoccaggio indiscriminato di materiale di ogni genere.

Tutto questo si verifica nonostante, da anni, sia in vigore una precisa regolamentazione che ne disciplina la materia, la Legge Regionale n. 37/85: "ripristino e recupero ambientale" che ha tra gli obiettivi principali la tutela del giacimento minerario, attraverso specifiche indicazioni che ne disciplinano l'uso prevedendo, inoltre, il recupero in fase di coltivazione o a fine della stessa.

Le tipologie di recupero più diffuse sono rappresentate da alcune soluzioni che prevedono la restituzione di quelle aree, un tempo interessate da attività estrattive, mediante una valorizzazione sia per usi sociali che economici. Eccone alcune: aree per insediamenti residenziali e industriali; creazione di bacini artificiali per lo stoccaggio di acque da utilizzare per l'irrigazione o per l'alimentazione delle falde acquifere sotterranee, non rappresentano che alcune tra le possibili soluzioni da adottare per il ripristino dei siti.

Secondo gli addetti ai lavori, tuttavia, una sarebbe la più opportuna: colmare le cave con il materiale di risulta della lavorazione lapidea poiché considerato "ecologicamente compatibile".

Pochissime, come dicevamo, sono i casi in cui vecchie cave siano state oggetto di azioni di recupero. A Cursi, ad esempio, la maggior parte delle cave presenti sul territorio sono impiegate per usi agricoli o per l'allestimento di alcune iniziative di carattere culturale e a Gallipoli, presso le cave in località Mater Gratiae, vengono organizzate, periodicamente, visite guidate dalla locale sezione di Legambiente.

Uno dei più interessanti interventi di recupero, tuttavia, è stato messo a punto nell'agro di Cutrofiano, in località Lustrelle.

Il Parco dei Fossili di Cutrofiano

In una vecchia cava di argilla, nota agli esperti per l'abbondanza e la conservazione di fossili del Pleistocene, è stata creato un parco di circa 12 ettari con migliaia di piante di varie specie ed allestito, in una graziosa casina del '600, un piccolo Museo "Malacologico delle Argille".

Articolo di Maria Rosaria Cristaldi pubblicato sul periodico Il Gallo del 15/10/2001.

Documento creato il 08/03/2004 (16:46)
Ultima modifica del 08/03/2004 (16:46)

 

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