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Le Vie dell'Amore

"LE VIE INFINITE DELL’AMORE"

Domenica 19 ottobre 2008: si è appena conclusa l’11a edizione del Convegno “Sopravvivenza e Vita Eterna” intitolata “Le Vie Infinite dell’Amore”, ed anche quest’anno ha segnato per tutti noi partecipanti un’autentica pausa di riflessione su quelle domande esistenziali e metafisiche che quasi sul nascere, si dileguano nel nostro vivere quotidiano, fino a quando un evento, un fatto doloroso, un’occasione mancata ci costringono a fare un bilancio della nostra vita. Sorgono allora, dal più profondo di noi stessi, certe  domande: quanto abbiamo donato e quanto abbiamo veramente ricevuto dai nostri cari? Pensiamo davvero di riuscire a “quantificare” il bene, le passioni, i sentimenti e le loro molteplici espressioni tutte umane?

Queste quattro giornate le abbiamo vissute su “Le Vie Infinite dell’Amore”, quelle strade che percorriamo a piedi nudi, le vie personali ed interiori tutte “in verticale”, una continua ascesa dalla finitudine della vita umana alla vera Vita Eterna, “nel ritorno evolutivo verso Dio”, sollevati dalla forza dell’amore.

Di fronte alla scelta tra il bene e il male, tra il buio e la luce, tra l’essere e il non essere, restiamo il più delle volte quasi paralizzati.Dinanzi a queste dicotomie, ai sentimenti mutevoli del nostro animo, agli scontri continui tra razionalità e istintività, noi Uomini scegliamo di seguire la “ragionevolezza”; dinanzi all’indecisione tra lo scegliere il bene o il male, noi scegliamo di “fare bene” e di realizzarci autenticamente, nel nostro diritto-dovere di essere Uomini e questo significa seguire la nostra Coscienza. Cosi diceva Giovanni Paolo II:“Ciascuno è tenuto a seguire la propria coscienza in ogni circostanza e non può essere costretto ad agire in contrasto con essa.”

Sentiamo ora il bisogno di un “percorso personale” di vita, tracciato dalla nostra umanità, o meglio, dal nostro “senso di umanità” che ci guida tra il bene e il male dopo una elaborazione interiore de nostri sensi, dei nostri sentimenti e delle nostre idee, accompagnato dall’Etica e illuminato dalla scintilla divina incarnata in noi.

“L’edizione 2008 del nostro convegno – come ha spiegato la sig.ra Gemma Cometti, presidentessa del Comitato Organizzatore del Convegno coordinato dallo psicologo e psicoanalista tarantino dott. Giancarlo Magno che con la sig.ra Gemma, la sig.ra Mariella Tangorra e la sig.ra Maria Jacobelli ne costituiscono la Segreteria Scientifica – sta a rappresentare una ulteriore tappa del pellegrinaggio dell’anima verso Dio. Nell’approfondimento e nella riflessione che proponiamo, ognuno di noi deve riscoprire l’umiltà di accettare il proprio cammino, e accettare anche il cammino degli altri, perché ciascuno ha la sua vita anche se questo può significare il dover camminare da soli, pur desiderando di percorrere una via insieme.”

Il Convegno “Sopravvivenza e Vita Eterna” è un evento, anzi, è “un momento” di pace e ispirazione per tutta la città di Taranto, una autentica “Manifestazione d’Amore” che darà in futuro i suoi frutti: questa la mia povera sintesi dell’autorevole messaggio di saluto lasciatoci dal Venerabile Ghesce Namgyal, Maestro Buddista di Tantra e Sutra, monaco tibetano rifugiatosi in India nel 1959 al seguito di Sua Santità il Dalai Lama dopo l’occupazione cinese del Tibet, e attualmente residente nell’Istituto Jangtse Thoesam di Taranto.

Sabato 18 ottobre nella Sala Conferenze dell’Hotel Delfino di Taranto, Il Ghesce Namgyal ha benedetto l’intera platea con una tra le più solenni cerimonie buddiste (la Puja) durante la quale ha raggiunto una sorta di semi-trance cosciente, godendo di meravigliose visioni sul futuro della nostra città che beneficerà dell’effetto positivo di crescita spirituale del Convegno.

Molto suggestiva tutta la cerimonia, durata circa un quarto d’ora, che ha fatto letteralmente vibrare le nostre anime ai suoni del Damaru (una sorta di tamburello rituale buddista) e del Dorje (una campana), focalizzando il nostro sguardo sul movimento di un piccolo scettro: il Vajra.

Seminario di Etica

Il seminario “Etica: scienza del comportamento, tenuto nell’Aula Magna del “Padiglione Vinci” (ASL Ta/1) dal religioso ospedaliero don Sergio Messina, piemontese e originario di Caltagirone, ha preparato le nostre coscienze ad accogliere il seme dell’insegnamento socratico: “Conosci Te Stesso”. Questo vero e proprio “monito” ci spinge ad indagare fin negli stati più profondi della nostra essenza, diventando lo strumento di ricerca di un’Etica alla scoperta dei “nostri” valori, superando le distorsioni tradizionaliste e moraliste del “principio di autorità”, i pregiudizi e la “doppia morale” (che significa “pensare e predicare” bene ma soprattutto “razzolare” male), il consenso indiscriminato a tutto ciò che è opinione pubblica e qualunquismo.

Dal seminario è scaturita l’importanza del riappropriarsi dell’Etica, la scienza del comportamento umano che ricerca i valori, proprio oggi che siamo tutti vestiti di una speciale corazza che ci lascia indifferenti alla ricerca del vero e nasconde  fragilità e idee preconfezionate, non rispondenti appieno alle domande metafisiche soprattutto di noi ragazzi.

Che siamo credenti oppure no, di fronte all’incertezza dello scegliere o meno per il nostro bene a scapito dell’altro fratello che ci osserva e ci giudica, possiamo applicare il principio etico universale, la Lex Aurea: “tutto quello che vorreste che gli uomini facciano a voi, fate così anche voi a loro.”

Forse solo allora ci sarà risparmiato “l’inferno”, come intuito dal filosofo esistenzialista francese J.P. Sartre: “L’enfer c’est les autres!”

Si apre il Convegno

L’apertura ufficiale del Convegno si è tenuta nei saloni del Grand Hotel “Delfino” (Taranto), dove alle ore 9,00 dinanzi agli studenti tarantini del Liceo “Aristosseno” e dell’Istituto Tecnico “Pacinotti”, si è discusso il tema del malessere giovanile e della ricerca del sé nella Tavola Rotonda “Sogni e bisogni: i giovani tra desideri e realtà”, coordinata dalla dottoressa Maria Grazia Lentini, dirigente psicologo presso il Dipartimento Dipendenze Patologiche della Asl di Taranto.Il prof. Gaetano Mollo, docente universitario di Pedagogia e Filosofia dell’Università di Perugia, e don Sergio Messina, hanno contribuito a stimolare l’attenzione dei ragazzi sul significato autentico dell’amore.

Dalle domande dei ragazzi sono venuti fuori un certo “abuso” della parola Amore e una voglia disperata di capire cosa sia davvero questo sentimento così multiforme e come si possa  riconoscere.

Il vivace dibattito dedicato agli studenti ha impegnato l’intera mattinata fino alla pausa dei lavori. Nel primo pomeriggio la sig.ra Gemma ha dedicato uno spazio tutto speciale alla memoria della compianta Gabriella Alvisi Gerosa, pioniera della metafonia e le cui teorie sono state documentate con uno studio attento che ha fornito prove rigorose sulla “Sopravvivenza”.

Mario Laterza, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, ha seguito l’attività dell’Alvisi fin dal 1978 e su di lei ha pubblicato recentemente un libro dal titolo “Quattro ore nell’aldilà” (Proget Editrice).

Marta Toniolo, docente di lingue, studiosa di Teologia e scrittrice, ha tenuto la toccante relazione “Rendici la Gioia”, partendo dalla sua esperienza di comunicazione con il figlio Giovanni, scomparso insieme ad altri 4 amici nel corso di una vacanza per tutti finita tragicamente. La Toniolo prende in esame la differenza tra la condizione spirituale di sopravvivenza dopo la morte fisica nella visione veterotestamentaria e quella dell’Aldilà dopo la discesa di Gesù agli inferi e la sua resurrezione dai morti, che annulla la concezione dello Shéol ebraico (un oltre tomba composto di ombre vaghe in cui non esiste più alcuna distinzione personale).

Don Sergio ha affrontato un argomento chiave nell’opera pastorale di chi si trova a toccare ogni giorno con mano le esperienze drammatiche al limite dell’insostenibile di intere famiglie distrutte dai lutti: “Preghiera, Guarigione, Miracolo”. La relazione parte dalla seguente “osservazione pratica”: un gran numero di cristiani di ieri e di oggi, ha sempre considerato la fede e la preghiera come un modo per ottenere “cose pratiche”. Ma don Sergio ci spiega che la vera guarigione non sta nell’essere esauditi ma nel credere che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28). A questo punto potrà operare in noi una conversione totale, la vera guarigione per lo spirito immortale.

Il Parapsicologo fiorentino Franco Zepponi, autore del libro “Iniziazione alla psicometria” pubblicato dalle Edizioni Mediterranee (Roma), ha relazionato su “la percezione del Soprasensibile”,  quella facoltà speciale dello spirito che supera i sensi e il raziocinio e che può metterci in contatto con la Dimensione Superiore.

Infine, il dott. Zepponi dopo aver ricevuto tre oggetti sorteggiati tra il numeroso pubblico del convegno, ha delineato la loro “storia” solo sfiorandoli con le mani, dando prova nell’esperimento, della sua notevole facoltà.

Anche quest’anno la presenza di Padre Ulderico Pasquale Magni, epistemologo e Cristologo, direttore per 50 anni dello “Studium Christi” di Roma, ha arricchito l’attuale dibattito sull’ateismo con nuovi spunti di riflessione. “Ai vertici della scala di Amore. I capitomboli dei senza Dio”, questo il titolo della sua vivace relazione che descrive l’uomo alla ricerca della verità: una verità di luce che viene da lontano, che discende dal cielo. Così si sale, gradino dopo gradino, sulla scala della logica e una volta in cima comincia la serie di capitomboli dei “senza religione” con il proprio “io” slegato e privato della sua circostanza: “ed è proprio qui – termina Padre Magni – ai piedi della scala, ai piedi della croce, che l’essere caduto e decaduto trova il suo Dio. Il Dio d’Amore è il Dio del dolore.”

Piero Vigorelli, giornalista e scrittore, vice direttore del Tg5, ha approfondito il tema delle cinque piaghe di San Pio, partendo dalla cronistoria dei numerosi eventi di santi stimmatizzati conosciuti dalla chiesa cattolica e soffermandosi sulla particolare morfologia delle piaghe del Santo di Pietrelcina.

Gaetano Mollo, già coordinatore del 13° Incontro de “I venerdì di Pietro Ubaldi” svoltosi a Foligno nel Gennaio del 2007, ha presentato una relazione dal titolo: “La forza dell’amore: il pensiero di Pietro Ubaldi”, sintetizzando in dieci punti il pensiero vivificante di questo eccezionale studioso di problematiche umane e spirituali, nonché valido sensitivo.

Ad accendere “la luce nell’anima” nella giornata conclusiva del convegno, sono stati i due erboristi e naturopati di Manduria (Taranto) Marinella Caforio e Antonio Calò, i quali hanno descritto un loro personale metodo di liberazione dei traumi emozionali per il raggiungimento della consapevolezza interiore, denominato “Liberazione Energetica-Emozionale”.

Il programma del convegno ha previsto gli interventi di medici e fisici studiosi della materia spirituale: il prof. Enrico Pierangeli (Bari), neurochirurgo e oncologo, direttore della Struttura Complessa Neurochirurgia di Taranto, con la sua relazione “L’amore come asse portante: riflessioni di un neurologo”; il medico cardiologo israeliano dott. Nader Butto con un nuovo approccio alle fobie, il FEEL (Fast Emotional Elaboration and Liberation); il prof. Mario Salvatore Festa, fisico nucleare e docente nella Università degli Studi di Napoli, si è soffermato sulla sua ventennale esperienza in tema di fenomenologia delle trans-comunicazioni I.T.C. press il centro di Marcello Bacci (ricercatore noto in tutto il mondo per i suoi esperimenti di contatto e comunicazione con entità appartenenti ad una dimensione parallela); il prof. Vittorio Marchi (Roma), docente di fisica e ricercatore, ha relazionato sul concetto di un sistema unico esistente come “Un Intero”, l’unica soluzione capace di decodificare il mistero dell’Universo.

Per tutta la durata del Convegno, tra donne speciali: la sig,ra Venere, la sig.ra Silvana e la sig.ra Maria, hanno sfiorato con le “carezze di Dio” i cuori delle tante mamme colpite dal dolore della perdita di un figlio, donando loro speranza e consolazione.

Una finestra aperta sulla solidarietà

Un convegno come “Sopravvivenza e Vita Eterna”, riconosciuto da tutti noi come  promotore della Spiritualità e dell’emancipazione dell’anima, non può non perseguire la giustizia, la fratellanza e l’amore, ricordandosi sempre degli uomini che vivono un’esperienza terrena travagliata e misera: anche quest’anno le “Vie Infinite dell’Amore” hanno spalancato nei nostri cuori una finestra sul mondo sofferente, una “Finestra aperta sulla solidarietà”.

L’incasso eccedente le spese di gestione del convegno e le libere donazioni dei partecipanti sono stati devoluti in beneficenza all’opera di uno straordinario medico ricco di umanità e sensibilità: il dott. Cesare Santi, medico chirurgo, oncologo, angiologo.

La figura di Madre Teresa ha ispirato in lui un viaggio in India, a Calcutta. Nel centro tubercolotici di Barnipur e nella casa di accoglienza per moribondi a Kalighat, il dott. Santi ha portato la sua instancabile opera di assistenza agli “ultimi” della terra, uomini privati della dignità persino in punto di morte, quei figli prediletti della piccola suora di origini albanesi dinanzi alla quale si sono inchinati rispettosi i potenti della terra: Suor Madre Teresa.

Le conclusioni

Termina qui la rassegna degli articoli, delle relazioni e delle riflessioni presentate nell’11° Convegno di Studi “Sopravvivenza e Vita Eterna”. Non si poteva che concludere con un esempio come quello del dott. Santi, che fosse al tempo stesso esempio “di vita e di morte”, “di ricchezza di valori” e di “povertà umane”, un autentico modello di Amore per il prossimo che ricalca nella mia memoria queste precise parole di San Paolo:“Ora esistono tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità.” (I lettera ai corinzi 13,13).

 Pietro Rossetti

Documento creato il 05/11/2008 (15:49)
Ultima modifica del 20/11/2008 (12:23)

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