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Coste ed IsoleIl Salento ha molti chilometri di coste ma pochissime Isole o, almeno, scogli degni di tale nome. Si tratta, prevalentemente, di piccoli scogli emergenti dall'acqua, non abitate e regno incontrastato dei gabbiani. Una di queste, sicuramente la più conosciuta, è l'isola di Gallipoli, meglio nota con il nome di Isola Sant'Andrea. La sua lunga e piatta sagoma si staglia sull'orizzonte di ponente, tra il tramonto ed i bastioni della città vecchia; appena 1800 metri la separano dalla terra ferma ma questa distanza ha contribuito a lasciarne intatte, per secoli, le caratteristiche. La sua altezza non supera i tre metri sul livello del mare; questa situazione la porta, durante le mareggiate, ad essere spazzata continuamente dai marosi, che vi lasciano grandi quantità di sale, impedendo la crescita di una abbondante vegetazione. I messapi, colonizzatori del Salento, la esplorarono e la chiamarono "Achtotus" che significa "Terra Arida", proprio a significare la caratteristica del territorio che non vi lasciava crescere nulla se non poche erbe tipiche della flora mediterranea. Ritrovamenti del periodo messapico hanno confermato che l'isola fu, comunque, meta degli abitanti di Anxa, la città japigia da cui sarebbe sorta, in futuro, la moderna Gallipoli. Il vecchio nome messapico, però, dopo la conquista romana del Salento, avvenuta nel 267 a.C. fu quasi dimenticato e, con i bizantini che conquistarono e fortificarono Gallipoli, prese il nome di Sant'Andrea, nome giunto sino a noi. Il faro e l'Unità d'ItaliaQuasi a guardia della città e delle sue coste, l'isola rappresentava un'insidia per la navigazione. Per questo motivo, nel 1866 fu costruito, nella parte meridionale dell'isola, il faro. È alto quasi 45 metri e la sua luce si scorge, a sud, sino a Leuca e, a nord, sino a Taranto. Nella parte settentrionale è presente un bacino lacustre, nel quale cresce, abbondante, il giunco. Per evitare che l'acqua della palude ristagnasse, favorendo la malaria, i gallipolini hanno aperto due varchi nella costa per consentire il ricambio delle acque. Tuttavia, l'isolamento in cui, per secoli, l'isola è vissuta, ha favorito la nascita di un ecosistema unico nel Salento. Le piante, diffuse su tutta l'isola in ampi cespugli, si sono adattate a questo territorio arso dalla salsedine e spazzolato dalle mareggiate. Sant'Andrea: quale futuroLa notizia ha colpito tutti i salentini e lasciati attoniti i Gallipolini: l'isola è in vendita! Sant'Andrea, il sui faro, la sua immagine al tramonto sono un emblema per la Perla dello Jonio e l'idea che possa diventare "proprietà privata" ci lascia estremamente perplessi. Ancora oggi, comunque, non si conosce quale sarà la sorte di questo simbolo; certo che, nell'era dei satelliti e dei computer il suo faro non ha più la stessa importanza di prima ed il braccio di mare che la separa dai bastioni la rende scomoda ed inaccessibile: eppure, proprio per questo andrebbe salvaguardata! RingraziamentiPer le foto delle riprese aeree Japigia ringrazia l'amico Maurizio Seclì che, gentilmente, ce le ha concesse per la realizzazione di questo documento. Documento creato il 18/05/2004 (14:34)Ultima modifica del 15/10/2011 (17:48) Area di StampaUltimi aggiornamenti...Fotorassegne |
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