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Archivio 2004 - Dall'8 maggio al 6 giugno 2004Un secolo fa nasceva la lampadina a filamento metallico e Napoli ricorda quell'evento ospitando al Museo Pignatelli, dall'8 maggio al 6 giugno 2004, la mostra La luce sul filo, che traduce liberamente nel titolo quella "lampada a filamento metallico" che, giusto cento anni fa, la Osram iniziò a produrre industrialmente. Questi cent'anni di luce sono raccontati attraverso i celebri manifesti pubblicitari d'epoca appartenenti alla Raccolta Salce messa insieme tra il 1895 e il 1962 dal trevigiano Nando Salce, di proprietà dello Stato e conservata presso i Musei Civici di Treviso. La Raccolta, ricca di oltre 33 mila affiches storiche, è la più importante d'Italia e, insieme a quella conservata dal Musée dell'affiches di Parigi, una delle due maggiori in Europa. La mostra di Napoli, promossa da Osram, riprende, raddoppiandola, la fortunata esposizione di analogo titolo e contenuto proposta negli scorsi mesi a Treviso, in Palazzo Giacomelli, per iniziativa di Unindustria Treviso, del Comune di Treviso e della Soprintendenza per i Beni Artistici Storici e Demoetnoantropologici del Veneto con la collaborazione di Osram, l'azienda cui si deve anche l'attuale trasferimento della mostra a Napoli. L'anno di invenzione della lampadina è posto tradizionalmente al 1879 (autore geniale T.A. Edison), già negli anni ottanta dell'Ottocento si assiste a importanti esperimenti di illuminazione elettrica in zone limitate di grandi città: Milano fu pioniera in Italia, illuminando a luce elettrica piazza Duomo e il teatro alla Scala fin dal 1883. I primi manifesti relativi all'elettricità e a lampadine sono tuttavia dell'ultimo decennio del secolo, quando l'elettricità si diffonde in rete ed inizia la produzione industriale di lampadine. L'esposizione al Museo Pignatelli – realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Napoletano e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli - è dedicata alla luce che sconfigge le tenebre della notte, in un arco di produzione grafica che va dall'ultimo decennio dell'Ottocento agli anni Cinquanta del secolo ventesimo, dove la creatività dei cartellonisti celebra le case e le città illuminate, ma evoca anche, con fervida fantasia, fantasmi attoniti e straordinarie creature della notte. Il percorso della mostra inizia dai Lumi in concorrenza, laddove invenzioni recenti che migliorano le prestazioni delle lampade a petrolio e a gas contendono, alla fine dell'Ottocento, l'avanzata della luce sicura e inodore delle lampadine elettriche: alle fanciulle in pepli svolazzanti che lasciano intravvedere forme graziose invitanti a usare la reticella incandescente o il becco a gas di nuova invenzione, si contrappone l'austera signorina in gonna lunga e camicetta chiusa fino alla gola cui la lampadina elettrica Desaymar consente di attendere a un minuzioso ricamo. Segue La vittoria dell'elettricità con cartelloni relativi a manifestazioni finalizzate a far conoscere le diverse applicazioni delle nuova rivoluzionaria tecnologia, tra i quali spicca la "donna elettrica" di Leonetto Cappiello per la Società Elettrotermica Italiana. Una contenuta sezione è dedicata alle Metallfadenlampen, le innovative e più durature lampadine a filamento metallico di cui inizia la produzione industriale nel 1903, per le quali un anonimo autore, forse partenopeo dal momento che lo stampatore è Richter di Napoli, disegna un "esplosivo" manifesto in cui le nuove lampadine vengono scagliate nel cielo mescolate alla lava di un vulcano in eruzione. Ed ecco a seguire le città illuminate in visioni panoramiche dall'alto o con le figurine in controluce, ombre cinesi contro il chiarore delle lampade OSRAM. La sezione Lampadina totem e icona planetaria, ideata per l'occasione del trasferimento a Napoli, propone manifesti in cui la lampadina è vista come simbolo universale e diviene protagonista assoluta della composizione. Fantasie notturne propone una nutrita antologia di situazioni e di creature notturne: il diavolo, una falce di luna dal profilo umano, il pipistrello, i fantasmi spaventati dalla "Nuova OSRAM" in un efficacissimo manifesto di Mauzan del 1926, la creatura "fantasy" di Magagnoli contro il profilo oscuro della lampada Radio-Filem; a chiusura, una novità assoluta: il manifesto OSRAM con il folletto che illumina il cammino, recente acquisto dell'azienda e qui esposto per la prima volta. Sciabolate di luce nei manifesti della sezione Fari in velocità, dedicata ai fanali delle automobili, dove imperano ancora animali della notte: in due manifesti di Magagnoli dei primi anni venti troviamo il gufo reale per gli Accumulatori Martignoni e la deliziosa raganella per i F.lli Fontana di Torino, che chiude la mostra nel ricordo dei primi esperimenti elettrici di Volta e Galvani. Informazioni:
Comunicato segnalato da Ufficio Stampa Studio esseci Documento creato il 15/06/2004 (09:28)Ultima modifica del 15/06/2004 (09:28) Area di StampaFortune Cookie...Quando il piccolo parla il grande ha sparlato |
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