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Segnalazione di Oreste Caroppo.Data della scoperta: 12/09/1993, nella mattinata mio fratello Stefano Caroppo osserva, casualmente, quel monolite e me ne fa gradita segnalazione, sapendomi appassionato del megalitismo salentino. Caratteristiche e dimensioniSi tratta di un blocco monolitico verticale in pietra leccese, conficcato nel terreno; si innalza dal piano del suolo per circa 184 cm; ha forma all'incirca parallelepipeda, di sezione grossomodo quadrata, di dimensioni massime 29,5cm x 28,5cm. Si presenta comunque molto irregolare e le larghezze dei lati diminuiscono salendo verso l' alto; OrientazioneQuelli che alla base paiono esser stati in origine i lati maggiori sono rivolti in direzione (E-ENE)-(W-WSW); il monolite è inclinato in direzione SW (Sud-Ovest), tanto che la proiezione della testa del monolite si discosta di circa 25 cm rispetto alla base; sul lato a W si osservano una serie di solchi prodotti da un intervento di rimodellamento della superficie; un intervento più recente rispetto all'epoca di elevazione del menhir, dato che manca sulla superficie ovest, quello spesso strato di licheni che conferisce agli altri lati, un aspetto di maggiore arcaicità; questi ultimi poi si presentano maggiormente levigati dall'azione degli agenti atmosferici, che qui hanno potuto agire per un tempo più prolungato; su questi lati più antichi si rinvengono deboli incisioni forse croci (sarebbe auspicabile un esame più approfondito); in testa, il menhir presenta due solchi di probabilmente più recente fattura, disposti a croce, larghi circa 6 cm, che corrono paralleli ai lati. Relazione del Menhir con altre strutture antropicheIl Menhir sorge nei pressi di una grande costruzione a secco (come si può osservare dalle foto), a soli 1,50 m circa da questa, ubicato a NW rispetto alla costruzione rurale. Il trullo presenta una iscrizione su una lastra a destra dell'ingresso, immediatamente sotto l' architrave della porta. Sul lato ovest, il trullo ha una scalinata in conci ricavata nella struttura per accedere alla parte alta della costruzione a secco. Il Menhir era lì collocato prima della costruzione del trullo o vi fu trasportato in seguito prelevandolo da una qualche località vicina. L'orientazione del monolite par però avvalorare l'ipotesi di preesistenza della struttura data l' orientazione delle facce, comune a quella di numerosi menhir salentini. In ogni caso il menhir fu riutilizzato dai contadini che vissero nel trullo. Essi scalpellarono probabilmente il lato W del monolite e realizzarono le scanalature in sommità. Queste servivano per allocarvi degli assi di legno che sostenevano probabilmente una tettoia di canne o un pergolato, che copriva l' ingresso o si sviluppava a destra dell'ingresso (guardando l' ingresso dall'esterno del trullo). Nel 1993 si osservava ancora, all'altezza di 2 m, sul muro di rinforzo del trullo antistante il Menhir, una pietra sagomata con una scanalatura centrale al fine di accogliere uno dei due assi lignei che poggiavano a croce sull'antistante monolite. L'altezza del menhir è solo di pochi centimetri inferiore rispetto alla collocazione della pietra scanalata, ergo la tettoia era inclinata correttamente verso il basso, a partire dal muro del trullo. La scanalatura in testa al menhir da est a ovest accoglieva invece un secondo asse che correva parallelo al trullo. Vi era certamente un secondo pilastro in conci, oggi scomparso, che reggeva tale asse ligneo funzionale alla tettoia o al pergolato, oggi scomparsi. UbicazioneIl menhir sorge nell'area industriale di Melpignano, lungo una traversa che di recente (2005) è stata realizzata (nel dicembre del 2005 ancora i lavori dovevano essere ultimati e mancava la copertura d'asfalto), sulla destra della strada a doppia corsia e ad uso industriale, che conduce dal sansificio Copersalento di Maglie ed al supermercato Ipergum di Melpignano. Imboccata tale traversa si incontrerà dopo un centinaio di metri, sulla sinistra, una fabbrica di recentissima costruzione e si riconoscerà antistante alla costruzione industriale la sommità di un trullo spuntante da un'oscena trincea in cemento. Un accorgimento seguito per non contravvenire alle leggi che tutelano le costruzioni a secco salentine e permettere al contempo l' edificazione della fabbrica. Fortunatamente benché sinora non conosciuto e dunque tutelato, anche l' antistante menhir è stato conservato, a prova del fascino e del rispetto che i menhir suscitano anche in chi vi si accosta ad essi senza cultura. AnnotazioniIl 21/12/2005 recatomi nella zona per verificare lo stato di conservazione del trullo e del menhir, che ricordavo immersi in un ambiente bucolico e piacevole, fui dispiaciuto nell'osservare l'alterazione profonda dello spazio circostante; da un altro lato però non potevo che rallegrarmi per il fatto che quella vetusta testimonianza in se, e il trullo anche se in parte danneggiato, erano stati conservati. Mi accingo solo ora, con imperdonabile ritardo, a fare questa segnalazione, donando ai cultori del megalitismo salentino e a tutti coloro che amano come me questa terra, questa preziosa segnalazione. Nome del MenhirBattezzo questo menhir, Menhir del chipuru o, più semplicemente, Menhir Chipuru, dal singolare nome di origine greca, con cui nel vernacolo dei contadini magliesi, son definite spesso le piccole case rurali a secco, chipuri, appunto. Altri menhir viciniPoco distante sorge il menhir Caramauri, nell'agro di Maglie e, poco distanti, sorgevano anche il menhir San Rocco e il quinto menhir descritto dal De Giorgi a Nord di Maglie e rimosso, come riferisce il Palumbo, durante i lavori per la realizzazione dello stadio di calcio della città. Il monolite-menhir di località Santa Loja di cui ho trattato in un intervento sul menhir San Rocco, sorgeva nelle immediate vicinanze del Menhir Chipuru. Aumenta così il numero dei menhir nell'agro di Melpignano. Il menhir Chipuru si aggiunge infatti ai già noti e, fortunatamente, ancora esistenti menhir Minonna, Candelora, Lama e Scineo. Foto allegate:
Ultima modifica del 09/01/2006 (11:18)
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