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Parma, Teatro Due 23-30 ottobre 2008Reggio Parma Festival 2008Progetto Israele/60°/Programma Sezione TeatroTeatro Festival ParmaMeeting Europeo dell'AttoreXXVI edizioneParma, Teatro Due 23-30 ottobre 2008 - Yuval Avital KOLOT
ideatore, compositore e direttore musicale Yuval Avital Teatro Due, 23 ottobre 2008
Yuval Avital, nato a Gerusalemme nel 1977, è compositore e direttore di progetti musicali e multimediali, chitarrista solista di musica classica e contemporanea. I suoi lavori coinvolgono una grande varietà di stili e generi, combinano diverse tradizioni ed epoche, uniscono nuovo ed antico, semplice e complesso. In quest'opera, che celebra una società multiculturale, tessuta di simboli e significati, ricca di diversità e contrasti, si affiancano cantanti e musicisti custodi di tradizioni provenienti da culture diverse che convivono in Israele: etnie antichissime come quelle ashkenazita, sefardita, yemenita, italiana; culture paleocristiane come quelle armena e copta; etnie musulmane come quelle beduina, drusa e araba. Ogni esecutore è depositario di una tradizione unica, di un messaggio proprio della sua ancestralità religiosa e culturale. Kol - in ebraico "voce" - è il ritratto iconosonoro di un sistema di rapporti culturali complessi e di una semplice essenza in cui la voce si fa portatrice della parola sacra come del sospiro d'amore, di un racconto semplice come di un profondo grido di speranza.
- Fondazione Teatro Due UNA NOTTE DI MAGGIO di Abraham B.Yehoshua
traduzione Alessandra Shomroni adattamento Edoardo Erba con Elisabetta Pozzi, Claudia Giannotti, Michele dè Marchi, Sergio Romano, Mariangela Granelli, Massimiliano Sbarsi, Noemi Condorelli scene e costumi Margherita Baldoni luci Luca Bronzo regia Carmelo Rifici Teatro Due, 24 e 25 ottobre 2008
Alla vigilia della "Guerra dei sei giorni" un uomo si ritrova con l'ex moglie e il suo nuovo marito. Scaveranno nelle ragioni del loro divorzio, con il fratello pazzo e la madre che lo sta diventando: una commedia cadenzata dalle notizie radiofoniche dell'ineluttabile guerra che li ha riuniti. Questa commedia si situa nell'ambito della drammaturgia israeliana legata alla formazione dello Stato d'Israele, ma nello stesso tempo ne definisce la specifica direzione di ricerca e di unicità. Spicca la tendenza a fotografare i personaggi in situazioni estreme di sensibilità nervosa, a portarli sull'orlo di qualche disastro o esplosione patologica di forze psichiche sopite, ad acuire il conflitto tra memoria, isolamento e oblio.
- Habimah National Theatre of Israel (Tel Aviv) WAR di Lars Noren
traduzione Lizzie Oved Scheja con Rami Heuberger, Osnat Fishman, Hila Feldman, Igal Sade, Ania Bukstein scene e costumi Frida Klapholz-Avrahami luci Roni Cohenregia Ilan Ronen Teatro Due, 25 ottobre 2008
Lars Noren è drammaturgo, scrittore e poeta svedese, considerato fra i più prolifici e significativi dai tempi di Strindberg. In War, testo in cui realismo e metafora si fondono, racconta il ritorno a casa di un soldato, divenuto cieco, creduto morto dalla famiglia. Sua moglie ora è innamorata di suo fratello che ha preso il suo posto come capofamiglia. La figlia più grande è diventata una prostituta e la più piccola, ancora bambina, stenta ad imparare a muovere i primi passi. Cieco, non vede che suo fratello si trova in casa ed insiste nel tentare di recuperare la sua vecchia posizione di marito e padre. Il conflitto che si è lasciato alle spalle è ora rimpiazzato da una guerra personale altrettanto devastante.L'Habimah National Theatre di Tel Aviv è dal 1958 il teatro nazionale di Israele. Il regista Ilan Ronen, nonché attuale direttore artistico di Habimah, è convinto che nel suo tormentato e complesso Paese il teatro non possa non confrontarsi con le preoccupazioni più reali e profonde di chi lo vede.
- Habimah National Theatre of Israel (Tel Aviv) PSHUTA: DENUDED
scritto ed interpretato da Miki Peleg-Rothstein scene e costumi Nava Shtarluci Ziv Voloshin musiche Alla Abu Amara canzoni Miki Peleg Rothstein regia Norman Issa Teatro Due, 25 e 26 ottobre 2008
In un monologo intenso e commovente, Denuded racconta la storia di una bambina di sette anni che, insieme alla sorella e alla madre, sorda, dopo il divorzio voluto dal padre naturale, si trasferisce nell'appartamento del nuovo patrigno, trovato dalla madre attraverso un annuncio. Qui si consuma, inosservato, l'incubo della violenza sessuale reiterata per quattro lunghi anni, e la lenta trasformazione che questa condizione angosciosa porta nella giovane protagonista.Le straordinarie trasformazioni fisiche ed emozionali che l'attrice ottiene in scena restituiscono un'immagine straziante dell'inimmaginabile devastazione che l'abuso sessuale ed emotivo crea in un bambino. Un testo senza tempo che sconvolge per l'universale tragicità del tema trattato.
- Gesher Theatre (Jaffa, Tel Aviv) MOMIK tratto da "Vedi alla voce amore" di David Grossman
adattamento Yevgeny Arye e Lena Laskinacon Amnon Wolf, Guy Krasner/Jonathan Franko, Ruth Heilovsky/Vainberg MichalLeonid Kanevsky, Natalya Voitulevich-Manor, Alexander Senderovich, Yevgeny Terletzky Vladimir Halemsky/Kamenko Klim, Boris Achanov/Vladimir Halemsky, Victor Sokolov arrangiamento musicale e suono Michael Vaisburdscene Michael Kramenko luci Bueno Avi Iona (Bambi) costumi Rakefet Levy testo in lingua ebraica Ben Bar-Shavit assistente alla regia Lena Kreindlin regia Yevgeny Arye Teatro Due, 28 e 29 ottobre 2008
I genitori di Momik sono ebrei polacchi sopravissuti all'Olocausto. Momik è un bambino di nove anni cresciuto nella Gerusalemme degli anni'50 in un'atmosfera di silenzio segreto e di malcelata paura. I grandi si rifiutano di rispondere alle sue domande a proposito della loro vita nell'Europa nazista che nessuno nomina indicandola con un generico "laggiù". Così Momik inventa una terra immaginaria "laggiù" dove la sua famiglia viveva felicemente prima della Guerra. Chiunque lo circondi viene da "laggiù" e tutti costoro serbano ricordi dolorosi della "Bestia Nazista" che li ha torturati e ha ucciso le loro famiglie. Momik decide così di rievocare quell'incubo per riuscire ad esorcizzarlo. Momik, episodio di Vedi alla voce amore di David Grossman, è stato scritto vent'anni fa e da allora tradotto in più di dieci lingue. Il libro racconta la storia dei superstiti dell'Olocausto vista da un bambino di nove anni, un membro della cosiddetta seconda generazione nata dagli immigrati in Israele dopo la Seconda Guerra Mondiale.
- Theater der Welt 2008 in coproduzione con Bundeszentrale für politische BildungTeatro Festival Parma, Goethe Institut THIRD GENERATION con Ensemble Habimah Theatre Tel Aviv & Schaubühne Lehniner Platz Berlin
regia Yael Ronen Teatro Due, 29 e 30 ottobre 2008
Yael Ronen è una delle più importanti e coraggiose registe israeliane, portavoce delle giovani generazioni. Scrive i suoi testi in collaborazione con attori arabi ed israeliani catturando così con grande humor la follia di ogni giorno che si vive da una parte e dall'altra del muro. Costringe il pubblico a prendere posizione. In Holocaust: Third Generation analizza il nodo gordiano della Memoria che unisce il popolo tedesco, israeliano e palestinese.
- IL TEATRO GIORNALE di Roberto Cavosicon gli attori della Compagnia di Teatro Due
Teatro Due, dal 24 al 30 ottobre alle ore 20.00
Sulla base di una notizia di attualità, l'autore e drammaturgo Roberto Cavosi ogni giorno servirà un copione che alla sera verrà presentato come una piccola pièce originale ed estemporanea dagli attori della Compagnia di Teatro Due. Un modo di osservare la 'nostra realtà' attraverso strumenti di indagine solitamente inconsueti per un approfondimento così ravvicinato; un curioso abbinamento fra giornalismo e teatro ispirato a piccoli o grandi fatti d'attualità.
- Fondazione Teatro Due L'ISTRUTTORIA di Peter Weiss traduzione Giorgio Zampacon Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri Gigi Dall'Aglio, Giuseppe L'Abbadessa, Milena Metitieri, Tania Rocchetta musiche Alessandro Nidi
esecuzione Davide Carmarino costumi Nica Magnaniluci Claudio Coloretti regia Gigi Dall'Aglio Teatro Due, 27 ottobre 2008
L'Istruttoria è un appuntamento rituale con la memoria che Fondazione Teatro Due ripropone ogni anno dal 1984, un invito a non dimenticare il dramma dei campi di sterminio. Un giudice, un difensore, un procuratore, diciotto accusati e nove testimoni anonimi sono i personaggi di quest'opera in undici canti che, come un Inferno laico e contemporaneo, trascende la rappresentazione del processo e acquista la liricità di una tragedia greca. Una sorta di viaggio agli inferi, non solo nel tempo ma anche nello spazio, e in cui i personaggi, bloccati tra forma e vita, tentano con l'azione di dipingere "l'istante eterno" della storia e del ricordo. Atto di denuncia contro i crimini nazisti, L'Istruttoria venne scritto da Peter Weiss dopo aver assistito allo storico processo che si svolse a Francoforte dal 1963 al 1965 contro un gruppo di SS e di funzionari del lager di Auschwitz. Le 183 giornate del processo in cui vennero ascoltati 409 testimoni, 248 dei quali scelti tra i 1500 sopravvissuti, rappresentarono il primo tentativo da parte della Repubblica Federale Tedesca di far fronte alla questione delle responsabilità individuali, dirette, imputabili ad esecutori di ogni grado attivi nei recinti del lager di Auschwitz.
- Teatro Festival NEMA PROBLEMA di Laura Fortiregia Pietro Bontempo con Giampiero Judica
Teatro Due, 26 e 27 ottobre 2008
Un testo duro, deciso, politicamente scorretto. Una requisitoria sulla guerra in Jugoslavia, che potrebbe riguardare però qualsiasi guerra del nostro tempo, qualsiasi scontro armato in cui venga meno la chiarezza dei fronti, in cui le motivazioni profonde sconfinino nella sfera più intima e in cui le ideologie siano solo paraventi per azioni governate dalla legge del taglione.Il protagonista ricorda, anni dopo, quella fase della sua vita, in cui aveva 23 anni ed era "un bauscia", in cui non sapeva nulla della guerra, e voleva essere come il grande fotografo Robert Capa e per un fortuito caso della vita si è trovato a combattere per la Croazia. E' la musica a scandire, interrompere, forse ispirare i suoi ricordi, intrisi di sangue e di ingiustizia, di atroci disillusioni e di ferocità umana. Una musica che non poteva che provenire dal denso sospiro di un sax, e che si infiltra nel racconto, frenandolo, lasciando al protagonista e al pubblico pause per riprendere il fiato, per riprendere il filo di questa cronaca senza spiragli di umanità.Dopo aver trattato temi come l'immigrazione clandestina, il nazismo, la disgregazione della famiglia, l'inesorabile sradicamento del nostro tempo da tradizioni culturali e religiose, da riti tramandati di padre in figlio, Laura Forti ne affronta un altro di scottante attualità, basato su una storia vera, e lo fa con mano sicura, con un ritmo narrativo incalzante ed evocativo di assalti e fughe, di scontri e di lacrime sul corpo di compagni massacrati.Pluripremiata con i suoi testi precedenti, anche nel suo nuovo testo si candida ad ampi consensi.
Per informazioni:
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- Ufficio Stampa Reggio Parma Festival:Studio ESSECI - Sergio Campagnolovia San Mattia, 1635121 Padova tel. +39 (0)49.663499
- Fondazione Teatro Due Viale Basetti, 1043100 Parma ITALYtel +39/0521/230242
- Ufficio Stampa Fondazione Teatro Due Michela AstriTel. +39/0521/289644 (diretto)Cel 349/2268680
Documento creato il 21/07/2008 (08:48) Ultima modifica del 10/12/2008 (16:36)
Fortune Cookie...Sasso che rotola non fa muschio.
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