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28 29 e 30 giugno 2005A Galatina (Lecce) il Centro sul Tarantismo e Costumi Salentini in occasione delle festività patronali dei SS. Pietro e Paolo nelle date del 28 29 e 30 giugno, propone un calendario di appuntamenti, aventi come tema centrale il fenomeno del tarantismo. Il programma prevede l’allestimento di una mostra video-fotografica dal titolo "DAL MORSO ALLA GRAZIA" nel cortile del Palazzo Tondi-Vignola adiacente alla Cappella di San Paolo. Nella giornata del 29 giugno a partire dalle ore 17 il Centro sul Tarantismo in collaborazione con l’Associazione culturale EKAGRA di Tuglie organizza ,nello spazio difronte alla Cappella in via Garibaldi, una rassegna-concorso per madonnari dal titolo "Santu Paulu miu de le tarante". Programma
La Cappella di San Paolo a GalatinaLa Cappella di San Paolo a Galatina (Lecce), facente parte del palazzo Tondi-Vignola, da secoli rappresenta il cuore e il simbolo di quell'antico fenomeno un tempo ampiamente diffuso in Terra d'Otranto, che è noto con il nome di tarantismo. Esso si basava su una credenza popolare, secondo la quale il morso della tarantola poteva provocare una misteriosa malattia che colpiva sopratutto le donne nel periodo assolato della mietitura, e che la medicina ufficiale non riusciva a guarire. Le tarantate, cioè coloro che erano state morse dalla tarantola, provenivano dai vari paesi del Salento. Giungevano numerose alla Cappella in occasione della festa patronale, dal 28 al 30 giugno, vestite di bianco, per chiedere la grazia a San Paolo, protettore dei tarantolati. Partivano dalle loro case sui carretti accompagnate dai familiari, che assoldavano i suonatori per l'occasione. Tutti insieme, all'alba del 28 giugno, si dirigevano alla Cappella di Galatina, il "feudo sacro" protetto da San Paolo, che aveva reso immune questa terra e i suoi abitanti dal morso degli animali velenosi, come narra una leggenda locale. La puntura della tarantola non conosceva rimedi scientifici, invano infatti, la ragione e la scienza cercarono di spiegare questa "malattia" studiando i casi clinici di tarantolismo e sezionando le tarantole per analizzare il veleno. Nessun rimedio riusciva a curare le tarantate. Per alleviare le loro sofferenze, l'unico "antidotum venenum" era una musica frenetica scandita dal ritmo ossessivo del tamburello, che faceva ballare la tarantata per ore e giorni consecutivi, al ritmo della "pizzica-tarantata". Solo attraverso l'esorcismo musicale-coreutico, la tarantata riusciva a riconquistare lo stato di salute. Comunicato segnalato da Centro sul Tarantismo Documento creato il 10/10/2005 (12:17)Ultima modifica del 10/10/2005 (12:17) Area di StampaFortune Cookie...Se vuoi far come ti pare, non andarti a consigliare |
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